Doveva essere una manovra tutta proiettata ad affrontare la crisi, economica e energetica, e di aiuto alle fasce più deboli della popolazione. Invece tra le righe della legge di Bilancio ci sono gli aumenti una tantum degli stipendi  dei dipendenti pubblici, che diventano “top” per magistrati e dirigenti delle autorità indipendenti. 

Stando a quanto riportato da Il Sole 24 Ore in edicola oggi, i vertici amministrativi delle Authority incasseranno circa 1980 euro lordi in più, che diventano 1.812 per chi indossa la toga. La busta paga di chi ricopre una posizione di vertice nella presidenza del Consiglio dei ministri aumenterà di 75 euro, per un totale di 976,5 annui (sempre lordi). Poco meno prenderanno i vertici delle altre pubbliche amministrazioni centrali. 

Più in basso nella scala degli aumenti ci sono tutti gli altri dipendenti pubblici: tra questo anche gli insegnanti, con 32,6 euro in più al mese. 

Il divario con le posizioni di vertice nasce dal meccanismo lineare stabilito dal testo della manovra, che lega gli aumenti all’importo attuale delle buste paga, “ripulito” da retribuzioni di risultato e di posizione. 

Questo pezzo della legge di bilancio vale circa un miliardo, più 800 milioni che vanno messi da enti pubblici e università. 

(Unioneonline/E.Fr.)

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