Laura, uccisa con nove coltellate: dopo 30 anni una testimonianza riapre il caso
Nuove indagini sull’omicidio Bigoni. La 23enne fu massacrata a Clusone (Bergamo) nel 1993. Sinora nessun colpevole è stato trovatoUna nuova testimonianza fa tornare alla ribalta, dopo trent’anni, il caso di Laura Bigoni, trovata morta a soli 23 anni nella notte tra il 31 luglio e il primo agosto del 1993 a Clusone, in provincia di Bergamo, nella casa di vacanza della famiglia.
La giovane venne colpita con nove coltellate, sferrate alla gola e al petto. Ma il responsabile non è mai stato identificato.
Gli inquirenti, all'epoca, avevano concentrato le loro attenzioni sull'allora fidanzato Jimmy Bevilacqua, condannato a 24 anni in primo grado e poi assolto in Appello, sentenza confermata anche dalla Cassazione.
Ora qualcosa si muove. La procura di Bergamo starebbe infatti vagliando la testimonianza di una donna che frequentava Clusone e viveva a Milano, proprio come Laura i cui genitori erano portinai in un palazzo di Porta Romana dove vivevano Dario Fo e Franca Rame.
La testimone, come riferito da un periodico della Valcamonica, Araberara (che due anni fa aveva raccolto le dichiarazioni della donna, consegnandole alle autorità per le verifiche), lavorava nello stesso posto della ragazza come addetta alle pulizie al Comune di Milano e ha spiegato di essersi licenziata perché un uomo aveva tentato più volte di violentarla.
«Quando io fui aggredita, quel tizio aveva un accendino e una bomboletta. - ha raccontato - Ho letto che l'assassino di Laura aveva tentato di dare fuoco al materasso con una bomboletta».
Inoltre la donna ha raccontato che questo uomo era arrivato qualche volta al lavoro con un taxi giallo di proprietà del fratello, mezzo che alcune persone dichiararono di avere visto sotto l'appartamento di Laura Bigoni la notte dell'omicidio.
«Mi vennero i brividi quando a Clusone fu uccisa la ragazza milanese… lei lavorava negli uffici dove c'era questo tipo», ha svelato ancora.
La testimone ha consegnato ai giornalisti di Araberara anche il nome di quest'uomo e loro si sono quindi rivolti alla polizia che, come detto, ha iniziato nuovi accertamenti.
(Unioneonline/l.f.)