Il gip di Napoli Tommaso Perella ha disposto l'archiviazione per le sei persone indagate per diffamazione nel procedimento su Tiziana Cantone, la 31enne di Mignano di Napoli suicidatasi lo scorso settembre dopo la diffusione online di video a luci rosse che la ritraevano.

Non avrebbero commesso nessun reato dunque i cinque ragazzi che avevano ricevuto sul cellulare il video di Tiziana.

Il giudice ha però chiesto un supplemento di indagine, chiedendo alla procura di verificare le eventuali responsabilità del rappresentante legale di Facebook Italia.

"Non cerchiamo capri espiatori, ma di certo la diffamazione ai danni di Tiziana c'è stata, ed è una delle cause del suicidio", ha dichiarato Giuseppe Marazzita, legale della madre della Cantone, Teresa Giglio. Che incolpa i pm per la morte della ragazza.

"Sono molto amareggiata, se mia figlia è morta è colpa dei magistrati che non hanno fatto il loro dovere, in particolare del pm Alessandro Milita che ha indagato per primo", ha detto la donna.

"Hanno sottovalutato la situazione, - si è sfogata Teresa - è una vergogna che ad oltre un anno e mezzo dalla presentazione della querela e a quasi 7 mesi dal suicidio di Tiziana ancora non si sappia chi ha diffuso quelle immagini".
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