La guerra in casa Agnelli-Elkann non si ferma. Ma ora è John Elkann a rompere il silenzio e ad affidare ai suoi avvocati il compito di diffondere una nota sulla nuova battaglia che la madre ha ingaggiato intorno all’eredità di Gianni Agnelli: «È da più di vent'anni che Margherita Agnelli perseguita i suoi genitori e tre dei suoi figli in tutte le sedi giudiziarie» ma le sue iniziative «non hanno avuto alcun riconoscimento».

La replica non si è fatta attendere: «La volontà di Margherita è di assicurare un trattamento equo a tutti i suoi figli secondo le norme di legge», risponde il legale che ne cura gli interessi, Diego Trevisan. Dove per «tutti i suoi figli» si intendono, con ogni evidenza, anche i nati dal secondo matrimonio, quello con Serge De Pahlen.

Era trascorso un anno dalla morte di suo padre Gianni Agnelli quando Margherita stipulò un accordo con la madre, Marella, per rinunciare alle partecipazioni nelle società di famiglia in cambio del conferimento di beni per l'equivalente di un miliardo e 275 milioni di euro. Poi, però, smise di riconoscere la validità di quell'intesa sostenendo che esistesse una parte del patrimonio paterno di cui non era stata portata a conoscenza.

Da lì il ricorso al tribunale, ma sempre senza successo.

Adesso a Torino ci sono due nuove partite. La causa civile che la vede come “parte attrice” contro i propri figli John, Ginevra e Lapo Elkann, che hanno ereditato il patrimonio di Marella (morta il 23 febbraio 2019). Qui la richiesta è invalidare il testamento della donna. Ma c'è anche un esposto in procura costato finora a John Elkann un avviso di garanzia per concorso in una presunta dichiarazione dei redditi “infedele”. La tesi è che Marella Agnelli, sebbene risultasse vivere in Svizzera, trascorse in Italia, almeno nel 2018, un periodo superiore a 183 giorni, soglia oltre la quale doveva essere considerata residente a fini fiscali, quindi pagare le tasse su tutti i propri averi.

«Un'accusa del tutto insussistente e calunniosa», tuonano gli avvocati Paolo Siniscalchi, Federico Cecconi e Carlo Re, che hanno assunto la difesa di John Elkann. «È noto a tutti - osservano - che Donna Marella risiedeva abitualmente all'estero sin dagli anni Settanta e ha mantenuto le sue abitudini di vita inalterate anche dopo essere rimasta vedova. Ed è noto anche a Margherita e ai suoi legali che per anni lo hanno scritto in tutti gli atti giudiziari». «Il metodo e gli obiettivi di Margherita - sottolineano i tre avvocati - sono sempre gli stessi: contesta tutto e arriva perfino a rinnegare gli accordi sottoscritti pur di non riconoscere le volontà dei suoi genitori, che anzi sono stati i primi ad essere accusati di condotte penalmente, civilmente e moralmente illecite». «Non risulta in nessun testamento di Gianni Agnelli - è la risposta di Trevisan - che Margherita e i suoi discendenti dovessero essere estromessi da quella parte di asse ereditario a lei mai rendicontato. Che la tutela di tutti i propri figli possa trovare componimento solo nelle aule giudiziarie non dipende dalla sua volontà. Il giorno stesso della morte di Marella, il 23 febbraio 2019, prima ancora che fosse pubblicato il testamento, John Elkann e i suoi fratelli promossero un'azione legale in Svizzera contro la madre».

(Unioneonline/s.s.)

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