Come se non fosse sufficiente il caso sollevato dalle parole di don Guidotti, parroco bolognese che pochi giorni fa su Facebook si era scagliato contro una ragazza 17enne vittima di stupro dopo una serata alcolica - dicendo che non provare pietà per lei, perché in qualche modo se l'era andata a cercare - ora tocca a un altro prete di Bologna alzare un polverone per ciò che ha scritto sul social network.

Questa volta il tema è la morte di Riina e le vittime della mafia e il protagonista della vicenda è don Francesco Pieri.

"Ha più morti innocenti sulla coscienza Totò Rijna o Emma Bonino?", ha scritto, mettendo sullo stesso piano la pratica dell'aborto e gli omicidi mafiosi e scatenando in questo modo un putiferio.

Il sacerdote insegna alla Facoltà teologica dell'Emilia-Romagna e nei commenti alle sue parole scrive che tra le due cose "moralmente non c'è differenza" e giustifica le sue parole citando il Concilio Vaticano II.

Perché, ha scritto, la Gaudium et spes "mette l’aborto (non importa se legalizzato, ospedalizzato e mutuabile o no) in serie con 'genocidio, omicidio volontario' e altri crimini orrendi (GS 27), tra cui certamente quelli di mafia, e lo definisce 'abominevole delitto' (GS 51). Solo che vedo meno gente disposta a indignarsi e schierarsi per 'questi' innocenti. Anche tra chi metterebbe la mano sul fuoco per il Vaticano II".

(Redazione Online/m.c.)

© Riproduzione riservata