Sabato 24 novembre, alle 17, in Piazza Rovetta a Brescia, si terrà una fiaccolata per Iushra Gazi, la piccola di 11 anni residente a Brescia, originaria del Bangladesh, scomparsa il 19 luglio scorso mentre si trovava in gita a Serle, provincia di Brescia, in compagnia di operatori Onlus che accompagnavano bambini come lei affetti da disabilità.

Iushra è affetta da autismo.

La fiaccolata è stata organizzata dalla Federazione delle associazioni bresciane degli immigrati (FABI) in collaborazione con la comunità bengalese. Aderiscono inoltre: Centro Culturale Islamico (Brescia), Centro Culturale islamica Muhammadiah, Ass. Penelope Lombardia, Ass. Culturale Cheikh Amadou Bamba, Gurdwara Shri Guru Hargobind Sahib Ji (Leno), CDQ Centro Storico Nord, Convergence (meeting knowledge sharing), Forum Immigrazione PD (Brescia), Ass. Diritti per tutti. I genitori della piccola Iushra sono rappresentati unitamente dagli Avvocati Annalisa Zordan e Nicodemo Gentile dell’Associazione Penelone.

“Questa bimba 'fragile' andava protetta, invece è stata risucchiata nel gorgo buio e doloroso della scomparsa, nella Terra del Niente dove non c'è né vita, né morte. Niente deve essere lasciato al caso, ogni pista va vagliata attentamente. La scomparsa di Iushra non è solo un dramma privato, ma una ferita per tutta la comunità. Sabato 24 ore 17 tutti in piazza a Brescia. Penelope non dimentica!”, scrive su Facebook l’Avvocato Nicodemo Gentile.

Erano le 11.15, quando la piccola Iushra si è allontanata dal gruppo che stazionava nell’area pic-nic per incamminarsi in un sentiero che conduce in un bosco. La piccola ha cominciato a correre, facendo perdere le proprie tracce, malgrado fosse inseguita dalla responsabile che la sorvegliava. Immediatamente sono partite le ricerche su tutto il territorio, circa 1.500 uomini hanno ispezionato 350 ettari dell’Altopiano, sono scese in campo le unità cinofile, rilevatori termici e i droni ma della piccola non è stata rilevata nessuna traccia.

Gli inquirenti non vogliono lasciare nulla di intentato e stanno svolgendo accertamenti sulle utenze telefoniche agganciate la mattina del 19 luglio in zona Serle, giorno della gita. Con il fine di isolare eventuali utenze sospette appartenenti a soggetti con un trascorso nebuloso. L’ultimo presunto avvistamento di Iushra rimane quello di Enrico Ragnoli, 32 anni, volto noto alle forze dell’ordine, da poche settimane in cella per rapina, che riferisce agli inquirenti di averla vista ad un’ora di distanza dal luogo in cui si è allontanata, in zona Castello, seduta su di una panchina che si girava i pollici, poi sarebbe corsa in zona Botticino.

Noi abbiamo intervistato l’Avvocato Nicodemo Gentile che rappresenta la famiglia di Iushra con l’Associazione Penelope.

Come procedono le indagini sulla scomparsa di Iushra?

"Adesso c’è questo nuovo impulso d’indagini, siamo contenti e soddisfatti. È sicuramente un’indagine a 360°, che non deve lasciare niente al caso quindi ben venga che si faccia un lavoro su tutte le celle telefoniche per capire chi c’era in quella zona, sulla base di quello che diranno poi gli agganci della cella in quella zona dove purtroppo la ragazza è scomparsa; risentire quel testimone è importante, ha detto delle cose importanti, sperando di poter trovare conferma alle sue dichiarazioni che dicono di averla vista su una panchina. Va vagliato tutto perché in assenza di una risposta, di un corpo, è evidente che nulla si può escludere. Questa del possibile abbandono di persona incapace, così com’era successo nel caso Potenzoni, è la pista che sembra essere la più accreditata".

"Gli investigatori, lavorando a 360° devono fare le indagini anche perché c’è una minorenne sotto i 14 anni con importanti problemi di natura psichica/fisica, affidata dal papà ad un’associazione che almeno sulla carta ha tutti i requisiti per poter gestire queste persone. Fatto sta che dal 19 luglio non si trova nonostante importanti ricerche capillari, approfondite. Purtroppo la bambina non c’è e si deve fare tutto quello che è possibile. Esistono delle scomparse che rimangono come punti interrogativi, come domande aperte. Purtroppo ne conosciamo tante".

"Ci sarà questa fiaccolata dove noi parteciperemo sia come Penelope sia come legali perché è giusto far capire che siamo di fronte ad una ferita che non è soltanto il dramma di una famiglia ma è il dramma di una comunità. Quando in una comunità sensibile, importante come quella di Brescia, succede una cosa di questa portata ad una bambina non devono essere soltanto il papà e la mamma a gridare ma dobbiamo essere tutti quanti. Il senso della fiaccolata è per dire che non bisogna spegnere la memoria e l’attenzione. La Procura c’è, chiunque abbia informazioni lo dica e aiutiamo a trovare questa bimba. Nessuna pista deve essere sottovalutata. Bisogna ringraziare la Procura di Brescia che sta dimostrando una grande attenzione, com’è giusto che sia, e non avevamo dubbi. Il loro è un silenzio operoso. Speriamo quanto prima di capire cos’è successo a questa bimba".

Quali sono le piste più battute?

"Sicuramente l’abbandono d’incapaci quindi la mancata sorveglianza. Questa è una delle piste che non viene sicuramente trascurata. Noi in tal senso ci siamo anche adoperati, abbiamo chiesto una verifica importante da parte della Procura che sicuramente avrebbe fatto in modo autonomo. Noi abbiamo presentato un esposto in tal senso. Ad intermittenza, si è parlato anche di una possibile - ripeto solo possibile - pista che possa portare ad un rapimento".

"Si parla di una vecchia Fiat che in quel periodo avrebbe girato con a bordo uno straniero in quei giorni e poi non si sarebbe più vista, c’è questo testimone che descrive una situazione che va comunque vagliata, quella della bimba seduta in una panchina. Ci sono tutta una serie di situazioni che in assenza di un cadavere, in assenza di un corpo devono essere vagliate pure per escluderle. Penelope è accanto alla famiglia, come sempre, soprattutto c’è grande fiducia nell’attività degli inquirenti".

Angelo Barraco
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