Un piano "omogeneo" in tutta Italia, dal 4 maggio, per riaprire le attività produttive e per regolare il trasporto pubblico.

E un allentamento, seppur parziale e progressivo, delle regole che hanno tenuto milioni di italiani per settimane in casa, a partire da una prima e imprescindibile regola: bisognerà indossare la mascherina e tenere il distanziamento "finché non ci sarà una cura o un vaccino".

Il premier Giuseppe Conte è pronto a presentare, entro la fine di questa settimana, il programma per la "fase 2", che annuncia "molto complessa".

LA TASK FORCE - Terminato nella tarda serata di ieri il lavoro della task force guidata da Vittorio Colao, già discusso alla presenza anche di rappresentanti del comitato tecnico scientifico.

Nel documento ci sarebbero indicazioni sulle attività produttive che possono ripartire per prime, e anche in anticipo, perché a basso rischio. Massimo riserbo, però, sui contenuti del dossier, che potrebbero essere discussi dai commissari con il premier in una riunione non prima di venerdì.

L'idea di partenza è che le linee guida, come chiedono i governatori del Nord, saranno nazionali, ma saranno possibili norme più restrittive a livello locale nelle aree "rosse" in cui l'indice di contagio può mettere a rischio la tenuta del sistema sanitario.

IL PREMIER - "Piacerebbe anche a me poter dire: riapriamo tutto, subito. Ma sarebbe irresponsabile", ha commentato ieri mattina il premier.

E anche in aula al Senato e alla Camera, nel pomeriggio, di fronte a parlamentari leghisti battaglieri, ha parlato di regole "omogenee". Ma è vero che, scrive sui social, si dovrà tenere conto "delle peculiarità territoriali", perché il sistema di trasporto in Basilicata non è quello della Lombardia e la capacità degli ospedali di reggere l'urto del contagio non è uguale ovunque.

Si lavora, dunque, a un piano sanitario su alcuni assi: distanziamento sociale e mascherine; potenziamento di servizi di prevenzione e rsa; Covid Hospital; tamponi e test sierologici; teleassistenza e mappatura dei contagi con un'app che non sarà obbligatoria.

Fondamentali saranno i dati sulla curva del contagio: la soglia nascerà dall'incrocio di indice di contagio e recettività degli ospedali nei singoli territori. Se si supererà quella soglia, scatteranno nuove chiusure, anche limitate a singole aree.

LE LINEE GUIDA - Sintetizza una fonte di governo: "Ci saranno linee guida comuni, classificazioni di rischio lavoro per lavoro e prescrizioni chiare su cosa fare ma poi tutto dipenderà dalla capacità delle Regioni di aver costruito la cintura di sicurezza, dai Covid Hospital ai centri per i positivi asintomatici".

Non è ancora deciso se le restrizioni per le aree "rosse" scatteranno in automatico, se le scelte spetteranno alle Regioni, che se ne assumerebbero la responsabilità, o al governo. Potrebbero esserci aggiornamenti del piano ogni 15 giorni. Di sicuro più andrà giù il contagio e terrà il sistema sanitario, più ci si avvicinerà alla normalità, più saliranno i contagi più aumenteranno le restrizioni.

SPOSTAMENTO FRA REGIONI E SECONDE CASE - Dovrebbero restare limiti agli spostamenti tra le Regioni, ma l'allentamento per i cittadini potrebbe riguardare la possibilità di recarsi nelle seconde case, di andare al parco e a trovare parenti e a correre da soli anche lontano da casa. Quanto alle attività produttive, ci sarà una forte spinta allo smart working e regole per gli uffici, con l'indicazione di evitare le riunioni e distanziare le postazioni. Snodo cruciale è il trasporto: bisogna evitare le ore di punta. Perciò si studiano non solo meccanismi di limitazione dei posti sui mezzi pubblici, con la possibilità di viaggiare solo seduti e distanziamento alle fermate, ma anche il modo di incentivare altri mezzi di trasporto, come le bici, e di allungare gli orari di uffici e negozi, magari anche al weekend. Quanto ai bar e ristoranti, potrebbe esserci un primo via libera ai ristoranti per fare asporto ma è difficile che il 4 maggio si 'riapra'.

(Unioneonline/v.l.)
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