Un'impronta di Andrea Sempio vicino al punto in cui fu trovato il cadavere di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto del 2007.

È quanto rivela il Tg1. L’impronta di una mano compatibile con quella di Sempio, che all’epoca frequentava la villetta di via Pascoli in quanto amico del fratello della vittima, è sul muro delle scale che portano in tavernaLo si legge nella nuova consulenza dattiloscopica disposta dalla Procura di Pavia. 

«È logico-fattuale che l'impronta sulla parete delle scale appartenga all'assassino», scrivevano i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano in un'annotazione del luglio 2020, parlando di quel «contatto papillare numero 33», ossia dell'impronta che ora è attribuita a Sempio e, all'epoca delle prime indagini sull'omicidio di Garlasco del 2007, era stata definita «totalmente inutile ad un esame dattiloscopico». 

Colpo di scena dunque, spunta un nuovo elemento a carico di Sempio, che oggi non si è presentato in Procura per l’interrogatorio contestando un vizio procedurale.

Non è l’unico: altri sono gli elementi raccolti e che fanno sospettare di Sempio, sebbene lui abbia sempre proclamato la sua innocenza. Si inizia dal Dna estrapolato dalle unghie di Chiara, un tempo “anonimo” e che le analisi effettuate gli scorsi due anni, sia da parte della difesa di Stasi sia da parte dei pm , attribuiscono a lui. Su quel profilo ci saranno nuovi esami nell'ambito di un incidente probatorio disposto dal gip pavese Daniela Garlaschelli, che riguarderà anche l'impronta del suo palmo.

Poi ci sono le tre chiamate sospette al telefono fisso di casa Poggi giustificate come tentativo di contattare Marco. Secondo gli investigatori invece Sempio sapeva che Marco era in vacanze perché la sera prima che il fratello di Chiara partisse, era con lui. Infine, le presunte incongruenze sullo scontrino del parcheggio a Vigevano del 13 agosto 2007 e consegnato agli inquirenti un anno dopo, quasi volesse precostituirsi un alibi.

Se Sempio non si è presentato, a Pavia oggi si è tenuto l’interrogatorio di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni, attualmente in semilibertà. Stasi ha risposto a tutte le domande e il suo legale, Antonio De Rensis, ha affermato che la giornata di oggi è stata «molto positiva». Stasi ha detto che non conosceva Andrea Sempio, non l'aveva mai visto, non sapeva che faccia avesse.  Ad Alberto, nel chiedergli se sapesse se Sempio frequentava la villetta e quali zone, sarebbe stato fatto presente di quell'impronta palmare che, secondo una consulenza dei pm, è di Sempio.

A Mestre invece è stato sentito come testimone Marco Poggi, fratello di Chiara e amico di Andrea Sempio. L'interrogatorio del fratello di Chiara, e quello contestuale - poi saltato - di Andrea Sempio, servivano a chiarire quanto Sempio fosse davvero di casa nella villetta dei Poggi e quali erano i suoi rapporti con Chiara.

«Marco Poggi ha risposto serenamente alle domande che gli sono state rivolte. Ad Andrea Sempio lo lega un'amicizia di lunga data e la convinzione della sua estraneità alla tragica vicenda che ha sconvolto la sua famiglia», si legge in una nota dell’avvocato Francesco Compagna, legale della famiglia Poggi.

(Unioneonline/L)

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