C'è una svolta inaspettata nelle indagini su Nicolay Vivacqua, il 19enne che lo scorso 21 dicembre fu travolto da un treno all'altezza di Riglione-Oratoio, nella periferia di Pisa, dopo aver dato fuoco a un'auto insieme a un suo amico.

A distanza di tre mesi da quella tragica morte, gli inquirenti hanno ricostruito l'intera vicenda a partire proprio dalla macchina incendiata. È così emerso che non si era trattato di un atto di vandalismo qualsiasi: il proprietario della macchina, un uomo di 75 anni, aveva abusato sessualmente di Nicolay e di quattro dei suoi amici, per anni.

LE INDAGINI - Il 75enne, spiega la polizia, è ritenuto responsabile di ripetuti atti sessuali nei confronti di quattro giovani che all'epoca dei fatti erano quasi tutti tredicenni. Fatti già noti alla locale Procura, che lavorava su un procedimento penale scattato dalla denuncia - apparsa "oltremodo fondata sulla base delle risultanze investigative" - di un giovane cittadino marocchino.

L'aguzzino, da tempo gravitante negli ambienti delle squadre giovanili di calcio locali, avvicinava le giovanissime vittime, millantando di avere contatti influenti con squadre di calcio di Serie A. Conquistava la loro fiducia, poi chiedeva favori sessuali.

Tra gli abusati c'era anche Vivacqua, che aveva deciso con un coetaneo, anche lui vittima, di vendicarsi di quegli abusi incendiando l'auto del pedofilo, teatro - tra l'altro - delle violenze sessuali. Ma, durante la fuga, è stato investito da un treno in transito.

È stata proprio la sua morte, spiega la polizia, a "indirizzare le indagini in maniera serrata: ha consentito di acquisire non solo prove per i fatti di reato avvenuti in passato, ma di individuare alcune vittime attuali dell'indagato, in particolare minori di etnia rom e nordafricana".

Ora, nei confronti del 75enne, è stata eseguita un'ordinanza di custodia cautelare in carcere.

(Unioneonline/D)

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