Anche in Italia arrivano oggi nuovi test in grado di riconoscere la variante Delta del virusSarsCoV2. Uno strumento fondamentale per evitare la diffusione incontrollata del contagio.

Al momento, osserva il virologo Francesco Broccolo, dell'Università di Milano Bicocca e direttore del laboratorio Cerba di Milano "non abbiamo un monitoraggio della circolazione di questa variante, contrariamente a quanto avviene in Gran Bretagna, dove è attivo un programma nazionale per il sequenziamento" e "la procedura attuale consiste nel fare il tampone con test non aggiornati sull'attuale quadro epidemiologico italiano, che prevede la presenza della variante Alfa nel 95% dei tamponi positivi".

Rispetto a quelli attualmente utilizzati per la diagnosi, i nuovi test invece non cercano le mutazioni nella proteina in cui queste si concentrano maggiormente, ossia la Spike utilizzata dal virus per invadere le cellule, ma cercano la mutazione “N501Y”, presente in tutte le principali varianti finora note tranne che nella Delta: nella variante Alfa (B.1.1.7) identificata per la prima volta in Gran Bretagna, nella Beta (B.1.351) identificata in Sudafrica e nella Gamma (P.1) identificata in Brasile.

Un primo screening "è necessario", secondo il virologo, in quanto "l'assenza della mutazione N501Y in un tampone positivo farebbe immediatamente scattare il nuovo algoritmo diagnostico, che potrebbe prevedere l'immediata ricerca della variante Delta". 

Uno strumento fondamentale, conclude Broccolo: "In un contesto in cui soltanto poco più di un quarto della popolazione è stata vaccinata con la doppia dose, è necessario fare un monitoraggio stretto della variante Delta e di altre varianti pericolose. I vaccini non sono l'unica soluzione".

(Unioneonline/D)

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