"Che si vada diritti verso la giustizia, mi auguro che ci sia la volontà da parte dei giudici di non fare sconti a nessuno perché qua siamo stati presi in giro tutti, non soltanto io o il mio avvocato. Questa gente deve capire che non si scherza più, così come lo devono capire i vari medici legali e periti che si sono sfilati dicendo che mio fratello sarebbe morto di suo, che il catetere glielo avevano messo per comodità, e si sono permessi di farlo perché Stefano Cucchi non era nessuno. Ricordiamoci che di ultimi come Stefano che ne sono tanti, e non può funzionare così la giustizia".

Sono le parole di Ilaria Cucchi all'indomani della deposizione del vicebrigadiere Tedesco, che ieri in aula ha raccontato in Tribunale il pestaggio di due suoi colleghi ai danni del giovane romano.

Ripercorre le tappe, Ilaria, ripercorre le tappe di una storia che oggi si è completamente ribaltata. E grazie a lei, che fino a non molto tempo fa aveva tutti contro e oggi ha incassato la solidarietà dell'Arma e del ministero della Difesa, che vogliono costituirsi parte civile nel processo.. "Di fatto per i primi sei anni almeno siamo stati soli, come se fossimo noi sul banco degli imputati. Fortunatamente la situazione oggi è diversa, da quando alla Procura di Roma è subentrato Pignatone, e da quando il nostro processo è stato affidato al pm Musarò, io e Fabio non siamo più soli. La situazione si è capovolta, ed è incredibile come oggi sembri tutto così scontato".

Sono lontani i tempi in cui "urlavamo nelle aule di giustizia". "Ricordo bene quando Fabio Anselmo lanciò la toga dicendo 'Io non ci vengo più a fare questo processo che sembra ai danni dei miei clienti'".

Perdono? "Non ci ho pensato ancora, sentire in aula la descrizione del pestaggio ai danni di mio fratello non è stato bello. Si è parlato spesso della sua magrezza, provi a immaginare un ragazzo così esile che viene così violentemente pestato. Io dovrò prima capire il perché di tutto ciò, di questo accanimento, e poi eventualmente si passerà alla fase del perdono ma sinceramente non ora".

SALVINI QUERELA IL PD - "Chi sbaglia paga, anche se indossa una divisa, ma non accetto che l'errore di pochi comporti accuse o sospetti su tutti coloro che ci difendono: sempre dalla parte delle forze dell'ordine". Queste le parole del ministro dell'Interno che oggi, in seguito a una polemica nata sui social, ha annunciato che querelerà il Pd.

I dem hanno ricordato una vecchia frase pronunciata da Salvini. "Ilaria Cucchi? Capisco il dolore di una sorella che ha perso il fratello, ma mi fa schifo. È un post che mi fa schifo. Mi ricorda tanto il documento contro il commissario Calabresi. La sorella di Cucchi si deve vergognare".

Parole effettivamente pronunciate dall'attuale ministro anni fa, quando Ilaria pubblicò un post in cui prendeva di mira uno dei tre militari che fermarono Cucchi, proprio quel Tedesco che ieri in aula ha raccontato tutto.

"Le mie parole - sostiene Salvini - erano riferite al post e non a Ilaria come persona. E ora al Pd arriverà una querela".

(Unioneonline/L)
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