"Questa ero io pochi giorni prima dell'arresto di mio fratello".

Comincia così un lungo post di Ilaria Cucchi, nel quale la sorella del geometra morto in circostanze non chiare nel 2009, risponde alle parole con cui Vittorio Tomasone, all'epoca comandante provinciale a Roma, e Alessandro Casarsa, comandante del gruppo Roma, attribuivano le cause della morte di Stefano Cucchi a un "malessere attribuito al suo stato di tossicodipendenza", e a "gravi patologie, anoressia, epilessia e sieropositività".

"Io", scrive Ilaria Cucchi, "ero alta come lui, pesavo anch'io poco più di 40 chili. Stavo bene come bene stava lui. Ero malata di anoressia nervosa? Mah... io non me ne sono accorta".

"Certo - prosegue - se mi avessero pestata violentissimamente spezzandomi la colonna vertebrale in due punti e provocandomi una commozione cerebrale avrei sicuramente smesso di stare bene. Se poi ne fossi morta in ospedale dopo sei giorni, sono certa che qualunque medico legale avrebbe mandato in carcere i miei aggressori".

"Già - conclude sarcastica -. A meno che non fossero intervenuti con le loro 'consulenze' fatte in casa ma preveggenti i Generali Casarsa e Tomasone".

(Unioneonline/D)
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