Processo Ruby ter rinviato al 16 febbraio dopo la richiesta della difesa di Silvio Berlusconi, che ha fatto riferimento alla situazione pandemica, che crea difficoltà nel portare i testi, e al fatto che la prossima settimana sono previste le sedute per l'elezione del presidente della Repubblica. 

Questa mattina in aula a Milano, però, a emergere dai racconti di Roberto Sileno, ex coordinatore, ora in pensione, del servizio di vigilanza della residenza ad Arcore, una vicenda che ha al centro un imprenditore sardo.

Nella sua deposizione, infatti, l'ex capo (fino all'autunno 2017) delle guardie della residenza del leader di FI ha spiegato che molte "persone in difficoltà", soprattutto economica, si presentavano fuori dalla villa e ha ricordato anche "la più particolare delle situazioni: un imprenditore sardo che ha cercato di darsi fuoco davanti alla residenza".

Il "presidente", ha spiegato il teste, "indirettamente si interessò" del caso, "la sua assistente riuscì ad avere il numero della famiglia, disse alla moglie che qualsiasi bisogno avesse poteva contare sul presidente, ma le ha detto di non divulgare la cosa, perché Berlusconi è una persona generosa, ma non voleva che altri compissero gesti simili, se in difficoltà".

Il leader di FI "si è preso a cuore questa persona e l'ha aiutata a livello imprenditoriale con suggerimenti e con un aiuto economico", ha spiegato Sileno.

Poi, ha ancora aggiunto, “ho visto quest'uomo con la famiglia a Villa Certosa dopo un anno e mezzo, quando lui e la famiglia sono venuti a ringraziare il presidente".

(Unioneonline/v.l.)

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