Con un volo Tel Aviv-Bergamo, atterrato alle 22 in punto, il piccolo Eitan Biran, unico sopravvissuto alla strage del Mottarone e vittima di una contesa legale tra le famiglie della madre e del padre morti nell'incidente sulla funivia assieme al fratello, è rientrato in Italia.

"Sono contento di essere tornato a casa", ha detto all'agente che lo ha accompagnato a casa, nel paesino di Travacò Siccomario, in provincia di Pavia. Si chiude così, almeno per il momento, un vero calvario per il bambino di 6 anni portato illegalmente in Israele dal nonno materno Shmuel Peleg, un Paese che ha lasciato quando era piccolo.

La Corte Suprema di Tel Aviv, confermando le due decisioni delle scorse settimane di primo e secondo grado, ha stabilito che "il luogo normale di vita" del bambino "sia in Italia dove ha trascorso quasi tutta la sua esistenza" e che quello che gli è accaduto a settembre è stato un rapimento verso cui la Convenzione internazionale dell'Aja prevede "tolleranza zero" e impone "la restituzione immediata" ai tutori. Quindi, ha riconosciuto, accogliendo l'istanza della zia Aya, la sottrazione illegittima del minore da parte del nonno materno.
IL RIENTRO – Con Eitan c'erano la zia paterna Aya Biran, nominata fin da subito dopo l'incidente sua tutrice, suo marito Or Nirko e le due cuginette con cui è praticamente cresciuto e che, all'indomani del suo sequestro, lo hanno pure loro raggiunto nello Stato del Medio Oriente. Ad attenderlo nella villetta di Travacò Siccomario, di fianco a quella dove viveva con mamma e papà, c'erano i nonni paterni, come ha spiegato un portavoce della famiglia Biran aggiungendo: "Dopo 84 giorni da quando è stato allontanato illegalmente dalla sua casa, Eitan tornerà ora alla routine, a tutti gli ambienti medici, terapeutici ed educativi, ai suoi amici del quartiere e alla scuola, alla comunità in cui è cresciuto, e al suo adorato gatto Oliver".

I legali hanno rinnovato l'appello a “permettere ad Eitan di riprendere la sua vita di bambino di 6 anni". Ora, hanno detto, "si spengano i riflettori sulla sua vita privata" e "si apra una nuova fase" che gli consenta "un percorso di crescita più sereno, ancora più necessario se si considera la terribile tragedia che l'ha coinvolto".

Ieri Eitan ha salutato i nonni materni: prima Shmuel e poi, separatamente, la sua ex moglie, la nonna Esther Cohen. Il nonno è destinatario di un mandato d'arresto internazionale per le accuse di sequestro di persona, sottrazione e trattenimento di minore all'estero e appropriazione indebita del passaporto del nipotino. Arrestato a Cipro, e rilasciato dietro cauzione, il presunto complice di Peleg, il "soldato" dell'agenzia di contractor statunitense Blackwater, Gabriel Alon Abutbul, anche lui israeliano e nei cui confronti è in corso il procedimento di estradizione.

(Unioneonline/D)

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