Il ministro Azzolina: "Trattiamo la scuola come un'attività produttiva"
La responsabile governativa dell'Istruzione sottolinea anche che con le Regioni non c'è stata alcuna polemicaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
"Ho fatto tutto quello che potevo fare, le scuole sono pronte per ripartire ma le Regioni hanno la possibilità di riaprirle o meno. Chiedo a tutti di trattare la scuola come si trattano le attività produttive". Lo dice il ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina, nel corso di un'intervista a Radio 1.
"Si fa l'errore - prosegue - di credere che la scuola non produca incassi: se io chiudo un negozio so purtroppo quanto ho perso, sulla scuola questo discorso non si fa ma i costi sono altissimi, il messaggio
deturpante per cui nelle Regioni gialle è tutto aperto tranne la scuola lascia cicatrici enormi".
Ha spiegato inoltre di essere al lavoro in vista della maturità: "Abbiamo chiesto agli studenti di farci delle proposte: lo scorso anno ci hanno presentato proposte ragionevoli; una decisione la prenderemo a breve, i ragazzi a causa dell'incertezza assoluta per le date che slittano come la tela di Penelope hanno bisogno di avere certezze che il ministero deve dare". E aggiunge poi capire la rabbia degli studenti per il mancato rientro in aula: "Nelle regioni a fascia gialla tutto è aperto tranne la scuola superiore e questo creerà profonde cicatrici, i ragazzi hanno bisogno di sfogare la loro socialità. Sono molto preoccupata, oggi la dad non può più funzionare, c'è un black out della socialità, i ragazzi sono arrabbiati, disorientati e sono preoccupata per il deflagrare della dispersione scolastica".
Ricordando gli studi italiani ed europei dai quali emerge il "rischio molto basso" in ambito scolastico, sottolinea che da parte sua in realtà non c'è stata alcuna polemica con le regioni "ma bisogna dire quelli che sono i
fatti: volevamo riaprire le scuole il 9 dicembre, qualcuno ci disse no, ma le attività produttive sono partite. Il 23 dicembre si è stipulata un'intesa all'unanimità con le Regioni che hanno garantito che al 50% le scuole superiori sarebbero rientrate. È partito un lavoro immane nei tavoli con i prefetti e sono stati previsti molti bus in più. A inizio gennaio molti presidenti di Regione hanno detto che erano addirittura pronti a far rientrare il 75% dei ragazzi in aula. Ci sono regioni che hanno lavorato bene come la Toscana, noi al ministero abbiamo monitorato tutto, abbiamo fatto informative; il lavoro fatto dai dirigenti scolastici è stato encomiabile. È difficile per gli studenti comprendere perché oggi non si riapre: hanno ragione, capisco le
loro frustrazioni, la scuola è un diritto costituzionale se a me avessero tolto la scuola non sarei probabilmente qui".
(Unioneonline/s.s.)