"Proseguiremo ad oltranza". Le parole sono le stesse ma a pronunciarle stavolta non sono i portuali del Coordinamento lavoratori di Trieste (Clpt) ma la portavoce di un altro gruppo, quello dei No Green pass di Trieste.

Un annuncio che sancisce il passaggio di mano della piazza, dai lavoratori ai no vax e no Green pass.

Stefano Puzzer, fondatore del Clpt e leader delle proteste, messo in minoranza, si è dimesso. Una gestione catastrofica delle proteste: prima l’annuncio che la protesta era finita, poi la marcia indietro dopo le contestazioni dei no vax. 

Il dietrofront ha causato una crepa nel Coordinamento: la partita si poteva chiudere senza guai giudiziari, visto che il Porto non è mai stato bloccato, come avevano minacciato, e poteva passare alle istituzioni, dove il Clpt aveva promesso si sarebbe fatto sentire chiedendo l’eliminazione dell’obbligo di Green pass entro il 30 ottobre. 

Ma Puzzer è rimasto prigioniero della folla che aveva aderito alla sua protesta, che non soltanto era cento volte superiore per numero e per provenienza (in bus sono arrivati da Lombardia, Veneto e altrove, c’era anche Enrico Montesano) ma sopraffaceva i portuali per maggior dimestichezza con la piazza e maggior efficacia comunicativa.

Le tute gialle hanno evitato i disordini e consentito che le attività portuali andassero avanti, ma la galassia dei no vax si è impadronita della manifestazione.

Ma come sarà la convivenza tra tute gialle e no vax? I portuali resteranno (in pochi) fino al 20 ottobre, ma non vogliono assolutamente ostacolare l’attività del porto. Di diverso avviso i no vax: a partire da lunedì mattina consentiranno ai camion di passare? 

(Unioneonline/L)

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