Un nuovo fronte si apre per Matteo Salvini, che già ha dovuto mandare giù il boccone amaro di Armando Siri, sconfessato ieri dal premier Giuseppe Conte.

Il Tribunale civile di Bologna ha accolto il ricorso presentato da due richiedenti asilo a cui era stata negata l'iscrizione all'anagrafe secondo le disposizioni del decreto sicurezza.

"La mancata iscrizione ai registri anagrifici impedisce l'esercizio di diritti di rilievo costituzionale ad essa connessi, tra i quali rientrano ad esempio quello all'istruzione e al lavoro". In sostanza quello che dicevano Orlando, decine e decine di sindaci e diversi presidenti di Regione dopo l'approvazione del contestato decreto Salvini.

Nel decreto sicurezza non c'è un esplicito divieto di iscrizione anagrafica, c'è solo scritto che "il permesso di soggiorno per richiesta d'asilo non costituisce titolo per l'iscrizione anagrafica". Poi è arrivata una circolare del Viminale per dare una ulteriore stretta.

Ma l'iscrizione all'anagrafe, sostengono i giudici, è fondamentale per esercitare diritti garantiti dalla Costituzione italiana.

"Saluto questa sentenza con soddisfazione, la applicheremo", è il commento del sindaco Virginio Merola.

Stessa cosa è succesa in Toscana, dove il Tribunale di Firenze aveva accolto il ricorso di un richiedente asilo somalo a cui era stata rifiutata l'iscrizione all'anagrafe in base al decreto Salvini.

Salvini manda giù il boccone amaro, l'ennesimo di questi giorni, e attacca su Twitter: "Sentenza vergognosa. Se qualche giudice vuole fare politica e cambiare le leggi per aiutare gli immigrati, lasci il tribunale e si candidi con la sinistra. Faremo ricorso contro la sentenza, invito tutti i sindaci a rispettare la legge".

(Unioneonline/L)
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