«Millantata e strombazzata come una delle inchieste più avvincenti degli ultimi tempi, racconto appassionante e documentatissimo sulla missione riformatrice di Papa Francesco, addirittura come inchiesta “del secolo” (sic!), la lettura di “Amen”, sedicente viaggio di Massimiliano Coccia tra i presunti segreti del Vaticano, rivela invece e conferma la sostanza delle anticipazioni e, soprattutto, delle precedenti pubblicazioni del suo autore: un autentico bluff». Dal collegio di difesa del cardinale Angelo Becciu una stroncatura senza rimedio di un libro presentato anche in Sardegna, a Florinas, nel corso di un Festival letterario (“Florinas in giallo”) con la partecipazione dello stesso autore, estensore dei primi articoli pubblicati su “L’Espresso” e costati a “don Angelino” la sua rinuncia alle funzioni cardinalizie, oggi in parte rientrata.«Basta scorrere l’inizio del volume per cogliere al volo il livello di qualità e accuratezza del lavoro. Il protagonista è Angelo Maria Becciu. Nel libro il cardinale è chiamato sempre così, non può essere una svista. Quando invece il suo nome esatto, letto e riletto in centinaia di cronache, è Giovanni Angelo Becciu. Siamo all’abc del giornalismo».

«Nessun riscontro»

Per il resto la costante è quella della sistematica, ossessiva calunnia. «Che lascia dapprima sorpresi, poi delusi, infine sconcertati e increduli. Perché, a fronte di fatti e affermazioni, tesi e illazioni, non c’è mai una conferma documentale, riscontro o controprova. I pochi documenti citati risultano estemporanei, incoerenti, soltanto incidentali», si legge ancora nella nota del collegio di difesa del cardinale di Pattata. «Un libro, altro elemento sconcertante, che ignora ogni risultato che sta emergendo dal dibattito in corso nelle aule di giustizia vaticane. Un processo che, per Coccia, è come non esistesse, al massimo un dettaglio irrilevante e non invece il più autentico sforzo per accertare la verità nel contraddittorio tra le parti».

Il palazzo di Londra

«L’esempio emblematico, il più incisivo, è quello del palazzo di Londra: sulla compravendita controversa e disastrosa per il Vaticano in Sloane Avenue il cardinal Becciu non c’entra nulla, senza più alcuna ombra di dubbio. Ma, nonostante i ripetuti riscontri messi in risalto nel dibattimento, l’autore del libro (mai iscritto in uno degli albi dell’Ordine dei giornalisti ma al quale L’Espresso affidò una delle inchieste più scottanti della sua storia) li ignora e ripete come l’ex sostituto alla Segreteria di Stato «è stato il diabolico artefice di quegli oscuri traffici finanziari e immobiliari». L’inchiesta giornalistica, secondo gli avvocati di monsignor Becciu, si mostra subito per quello che è: «farlocca». «Fa impressione l’incredibile, continuo e sistematico ricorso ad anonimi informatori per suffragare o confermare i contenuti più assurdi. È l’apoteosi dell’anti-giornalismo: per suffragare informazioni clamorose, sedicenti scoop e rivelazioni, si citano fonti senza possibilità di nominarle». Non bastasse la «sfacciata incuranza dello svolgimento processuale, in coerenza con il metodo adottato», l’autore ben si guarda dal chiedere commenti o conferme al Cardinale Becciu delle proprie inverosimili argomentazioni. «Anche questo, lo sanno tutti, fa parte delle basi della professione giornalistica». Il libro, insomma, rischia di avere conseguenze legali gravi per l’autore, non di poco conto. Gli avvocati del cardinale lo hanno già valutato e analizzato sotto ogni profilo critico. Sullo sfondo restano, ancora senza risposte, le domande formulate “a caldo” all’indomani di quel 24 settembre di due anni fa: come è possibile che L’Espresso, quasi otto ore prima di quella drammatica udienza, annunciasse le “dimissioni” di Becciu? Che alle ore 15.44 dello stesso 24 settembre pubblicasse sul suo sito una pagina con il titolo “Ecco perché il cardinale Becciu si è dimesso”?

«Lezioni non richieste»

«La presenza dell’autore di quegli articoli a Florinas rientra - secondo i legali di Becciu - nel tipico e antico vizio dei “continentali” di sbarcare nell’Isola a dare lezioni ai sardi su quanto accade a Roma e dintorni. In questo caso, consegnarci una filippica sugli intrighi nazionali, internazionali, perfino quelli della Santa Sede. Meglio di Dan Brown. Non ci sono dubbi».

Paolo Matta

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