Il Conclave inizia il 7 maggio. I cardinali si preparano, ma su Becciu si rischia la divisione
Il caso del porporato sardo potrebbe finire ai voti o in una commissione ad hocPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il conclave per eleggere il nuovo pontefice, successore di Papa Francesco, inizierà il 7 maggio. È quanto è stato deciso questa mattina dalla Congregazione generale dei cardinali.
Il calendario della settimana prevede congregazioni la mattina alle 9.00 e, nel pomeriggio alle 17.00, le messe dei "novendiali” nella Basilica vaticana: il ciclo dei nove giorni di suffragio, iniziato sabato con la messa esequiale presieduta in Piazza San Pietro dal cardinale decano Giovanni Battista Re, si esaurirà domenica 4 maggio. Dopo di che – come detto il 7 maggio – l’ingresso in Sistina e l’extra omnes che apre il Conclave.
I 135 "elettori” (134 considerando il forfait per motivi di salute del cardinale di Valencia Antonio Canizares Llovera) stanno convergendo a Roma. Molti si conosceranno direttamente nelle congregazioni, dove, in tema di strategie che porteranno all'elezione del nuovo Papa, conterà molto anche il peso di non-elettori, cioè i cardinali 'over-80', che mantengono la loro capacità di influenza e di orientare consensi. Una sorta di 'grandi elettori', insomma, anche se poi nel chiuso della Sistina ognuno risponde a sé stesso e, secondo quello che è il metro cattolico, allo Spirito Santo.
IL CASO BECCIU – Tra questi 'grandi vecchi' c'è sicuramente il 91enne decano Re, che potrebbe anche essere l’uomo chiave per la partecipazione del cardinale Angelo Becciu al prossimo Conclave. Re, che con la sua omelia di sabato ha ripercorso il pontificato di Bergoglio, sarebbe favorevole e ne avrebbe già parlato con il porporato sardo. Mentre il camerlengo Kevin Joseph Farrel avrebbe riferito in questi giorni la volontà di Francesco di tenerlo fuori. Una volontà che sarebbe anche scritta nero su bianco in due lettere siglate “F” che sarebbero nelle mani di Pietro Parolin: una risale al 2023, l’altra è di marzo, quando il Papa era già al Gemelli. Ma c’è chi sostiene che questi documenti non abbiano valore per il diritto canonico.
Il caso Becciu è centrale perché in caso di esclusione potrebbe anche impugnare l’elezione del nuovo Pontefice. La rivista spagnola Vida Nueva ha rivelato che l’orientamento del sacro collegio sarebbe quello di «mettere ai voti la partecipazione» del cardinale di Pattada durante un “pre-Conclave”. Probabilmente tra il 4 e il 5 maggio. Ma circola anche l’ipotesi di una commissione ad hoc, formata da cinque componenti, tra cui lo stesso Becciu.
I GRANDI VECCHI – Fra i cardinali con capacità di spostare voti, e non presenti in Conclave, ci sono anche ex presidenti Cei come Camillo Ruini e Angelo Bagnasco, e poi, fra gli stranieri, il cardinale di Boston Sean Patrick O'Malley, il più attivo promotore della lotta agli abusi sessuali, quello di Vienna Christoph Schoenborn, fine teologo ex allievo di Joseph Ratzinger e fiduciario di papa Bergoglio in ruoli-guida di vari Sinodi come quelli sulla famiglia, o l'ex prefetto dei vescovi, il canadese Marc Ouellet, influente anche in America Latina, da ex presidente della Pontificia Commissione competente.
Ieri la scena tra i “papabili" è stata tutta per Pietro Parolin, già segretario di Stato, che ha presieduto in Piazza San Pietro la seconda messa dei 'novendiali', davanti ai 200mila partecipanti al Giubileo degli adolescenti. Da stretto collaboratore di papa Bergoglio, la sobrietà, il piglio sicuro ma anche affabile e umano con cui ha portato avanti la celebrazione ha ricordato quelli dell'allora prefetto per la Dottrina della fede e decano del Collegio cardinalizio Joseph Ratzinger nell'officiare venti anni fa i funerali di Giovanni Paolo II, uscendone come l'unico vero candidato alla successione.
(Unioneonline)