Valentino Talluto, il trentenne sieropositivo accusato di aver contagiato decine di partner, "ebbe l'ultimo rapporto sessuale non protetto la sera prima del suo arresto, il 23 novembre 2015".

A spiegarlo, nell'aula bunker di Rebibbia dove si tiene il processo, è Francesca Maiulo, l'ispettore di polizia che ha coordinato l'indagine.

La donna ha aggiunto che Talluto già sapeva da mesi di essere sotto indagine, almeno da marzo 2015, e in quell'occasione, sentito dagli inquirenti, aveva detto di essere a conoscenza della sua sieropositività.

Sarebbero una trentina le donne infettate dall'untore, a cui vanno aggiunti tre uomini che avrebbero contratto il virus da donne diventate sieropositive in seguito ai rapporti con Talluto e un bambino nato da una sua ex, che ora è affetto da hiv e encefalopatia.

Ma gli episodi sarebbero di più, almeno 57: una ventina di donne, infatti, sarebbero scampate all'infezione.

Durante le indagini gli inquirenti sono riusciti a trovare tante ragazze che hanno avuto relazioni con lui: quasi tutte giovani tra i 22 e i 30 anni, una ne aveva addirittura 14.

Ad aggravare la posizione di Talluto c'è anche un altro episodio: per negare la sieropositività, nell'autunno 2014, avrebbe mostrato a una partner un test hiv effettuato dalla sua compagna (di lì a poco anche lei avrebbe contratto il virus) spacciandolo per suo.

Il 30enne è accusato di epidemia dolosa e lesioni gravissime.
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