Dopo i tafferugli avvenuti a Milano durante la produzione di un video rap, lo scorso 10 aprile, la Polizia di Stato sta eseguendo a Milano 13 decreti di perquisizione domiciliare.

I provvedimenti sono stati emessi dal sostituto procuratore Alberto Nobili, coordinatore del pool antiterrorismo della Procura, e da Ciro Cascone, Procuratore presso il Tribunale per i Minorenni, nei confronti di 10 maggiorenni e tre minorenni.

Le accuse sono a vario titolo di manifestazione non preavvisata, porto d'armi, violenza e resistenza a pubblico ufficiale aggravate.

Tra gli indagati c'è anche Zaccaria Mouhib, 19enne noto come rapper col nome di "Baby Gang". Anche lui, così come il 19enne rapper milanese "Neima Ezza", è accusato di violenza o minaccia e resistenza a pubblico ufficiale e manifestazione non preavvisata. Emerge dai decreti di perquisizione eseguiti dalla polizia, coordinata dal pool antiterrorismo, guidato da Alberto Nobili. Negli atti si parla di "assembramento non autorizzato" con "resistenza nei confronti delle forze dell'ordine" con lancio anche "di armi".

L'INCHIESTA - "Questi fenomeni, così provocatori e palesi nelle loro forme di illegalità, non possono passare impuniti, anche se va detto che la repressione e il contrasto devono essere accompagnati da adeguate politiche sociali di reinserimento e di riqualificazione di certe zone in cui vivono questi giovani". Lo ha spiegato il pm Alberto Nobili, capo del pool antiterrorismo milanese. Tra i 10 maggiorenni indagati sette sono nati in Italia, tra Milano e Lecco, e sono ragazzi di "seconda generazione" con famiglie di origine straniera. Molti hanno vent'anni o anche meno, uno 25 anni e un altro 27. Diversi di loro hanno precedenti per furti e rapine.

Sono stati anche sequestrati cellulari e dispositivi informatici per vedere se alcuni di loro possano avere collegamenti con altri "settori" degni di attenzione e monitoraggio. La lettura di inquirenti e investigatori è che molti di questi giovani, che vivono in periferie difficili, esprimono con questi comportamenti violenti rabbia e disagio sociale. Un "fenomeno", dunque, che deve essere attentamente monitorato.

(Unioneonline/D)
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