E’ cominciato oggi ed è già stato interrotto il processo sul sequestro e la morte di Giulio Regeni, il ricercatore friulano barbaramente ucciso al Cairo e trovato morto nel febbraio del 2016.

La III corte d’Assise di Roma ha deciso di restituire gli atti al giudice che aveva ordinato il rinvio a giudizio dei quattro 007 egiziani imputati ma assenti durante il dibattimento. Secondo i giudici non c’è la prova che siano a conoscenza del processo, che dunque non può andare avanti.

A parere della corte d’Assise “il decreto che disponeva il giudizio era stato notificato agli imputati comunque non presenti all’udienza preliminare mediante consegna di copia dell’atto ai difensori di ufficio nominati, sul presupposto che si fossero sottratti volontariamente alla conoscenza di atti del procedimento” si legge nel provvedimento.

Ma non è sicuro che sia così. Per la corte d’Assise non si può essere certi “dell’effettiva conoscenza del processo da parte degli imputati, né della loro volontaria sottrazione al procedimento”. I giudici ne hanno discusso in una camera di consiglio durata oltre cinque ore, al termine della quale hanno annullato l'atto con cui il gup ha disposto il rinvio a giudizio degli imputati nel maggio scorso.

Si riparte quindi dall'udienza preliminare: il giudice adesso dovrà utilizzare tutti gli strumenti, compresa una nuova rogatoria con l'Egitto, per rendere effettiva e non solo presunta la conoscenza agli imputati del procedimento a loro carico. 

LE INDAGINI – I quattro agenti della National Security - il generale Sabir Tariq, i colonnelli Usham Helmi, Athar Kamel Mohamed Ibrahim e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif - sono accusati a vario titolo di sequestro di persona pluriaggravato, concorso in omicidio aggravato e concorso in lesioni personali aggravate.

Otto i testimoni sentiti dalla Procura che li accusano. Nel processo, oltre ai genitori di Regeni, si è costituita parte civile anche la presidenza del Consiglio dei ministri.

"Riteniamo importante che il governo italiano abbia deciso di costituirsi parte civile – il commento dell'avvocato Alessandra Ballerini, legale della famiglia Regeni, lasciando l’aula bunker di Rebibbia -. Prendiamo atto con amarezza della decisione della Corte che premia la prepotenza egiziana. È una battuta di arresto, ma non ci arrendiamo. Pretendiamo dalla nostra giustizia che chi ha torturato e ucciso Giulio non resti impunito. Chiedo a tutti voi di rendere noti i nomi dei 4 imputati e ribaditelo, così che non possano dire che non sapevano".

(Unioneonline/D)

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