Salgono a 14 le persone finite sotto accusa nell'ambito dell'inchiesta "Villa Inferno" dei carabinieri e della Procura di Bologna, che ruota attorno a un giro di festini a base di sesso e cocaina in cui è stata coinvolta una ragazza all'epoca dei fatti 17enne.

Questa mattina gli investigatori, coordinati dal pm Stefano Dambruoso, hanno eseguito tre arresti (due ai domiciliari) e due divieti di dimora. Le cinque persone raggiunte dalle nuove misure cautelari sono accusate a vario titolo di prostituzione minorile, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, pornografia minorile e tentata truffa aggravata.

I festini si tenevano nella Villa di Pianoro (Bologna) e stando a quanto emerge dalle indagini ci sarebbero alcuni video con protagonista la 17enne che giravano nelle chat WhatsApp degli indagati. Secondo una testimone "nella curva della Virtus Pallacanestro", frequentata da alcuni degli indagati, "quel filmato lo hanno visto anche altre persone". Nei mesi scorsi era poi emerso che la 17enne bolognese era presente al festino nella casa milanese dell'imprenditore delle start up Alberto Genovese, poi finito in carcere per aver stuprato, dopo averla drogata, una 18enne.

Gli elementi emersi dagli interrogatori, come le parole di Luca Cavazza, ex candidato della Lega alle regionali in Emilia-Romagna, nonché ultrà virtussino, hanno permesso agli investigatori di risalire agli spacciatori che rifornivano di cocaina le serate nel villino di provincia. Lo spaccio, però, non avveniva solo lì e tra i clienti dei pusher, sottolineano i carabinieri, c'è anche un personaggio del mondo dello spettacolo.

(Unioneonline/D)
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