Emanuela Orlandi, l’ira della famiglia: «Uno zio molestatore? Carognata per discolpare il Vaticano»
Natalina, sorella maggiore della ragazza scomparsa nel 1983, smentisce le indiscrezioni. Il fratello Pietro: «Vogliono far passare la vicenda come una cosa tra parenti»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
La famiglia Orlandi su tutte le furie dopo le indiscrezioni, al centro di un servizio del Tg La7, su uno scambio epistolare tra il cardinale Casaroli (morto nel 1998) e un sacerdote sudamericano dove si parlerebbe dei presunti abusi di uno zio - Mario Meneguzzi – nei confronti di Natalina, sorella maggiore di Emanuela, la ragazza svanita nel nulla a Roma nel 1983.
Lettere che sarebbero finite all’attenzione sia della procura vaticana che dei pm romani che hanno ripreso le indagini sulla scomparsa di Emanuela.
Per Pietro Orlandi, fratello di Emanuela e Natalina, si tratterebbe, senza mezzi termini, di «una carognata».
Per smentire Pietro ha organizzato una conferenza stampa proprio con la sorella Natalina, che nega di essere stata bersaglio delle molestie dello zio, eccezion fatta per «qualche piccola avance verbale nel 1978, un regalino, qualche apprezzamento: ma quando feci capire che non c'era nessuna possibilità è finito tutto lì».
Secondo gli Orlandi alla base delle rivelazioni ci sarebbe l’intenzione di «far passare la scomparsa di Emanuela come una “cosa familiare”, discolpando così il Vaticano proprio mentre si deve decidere sulla commissione parlamentare d'inchiesta».
Pietro ha poi lanciato un nuovo appello ai parlamentari, affinché la commissione si faccia al più presto: «Deve andare avanti. Perché il Vaticano non la vuole? Perché non può controllarla a differenza di quanto fatto con la procura di Roma».
(Unioneonline/l.f.)