Castel d’Azzano, trappola mortale nel casolare: chi erano i tre carabinieri uccisi dall’esplosione
Arrestati i tre fratelli, all'interno dell'edificio bombole e molotovPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Hanno aperto una porta, e l’inferno li ha travolti. Tre carabinieri sono morti, altri tredici tra agenti di polizia e militari sono rimasti feriti – alcuni sotto le macerie – in quello che, a tutti gli effetti, sembra essere stato un gesto calcolato: una casa satura di gas, una miccia innescata all’ingresso, e un’esplosione devastante.
È accaduto a Castel d’Azzano, provincia veronese. L’operazione di sgombero era stata pianificata da giorni. Il casolare, un edificio rurale di due piani, era occupato da tre fratelli già noti alle forze dell’ordine. Questa volta, la minaccia di "farsi saltare in aria" – già formulata in almeno due precedenti episodi – è diventata realtà.
Quando gli uomini dell’Arma e gli agenti specializzati dell’Uopi – l’unità operativa antiterrorismo della Polizia – si sono avvicinati all’abitazione, la tensione era già massima. Uno dei tre fratelli si era barricato all’interno con gli altri due. L’odore del gas era evidente. Alcuni operatori sono saliti sul tetto per calarsi dall’alto, mentre altri si sono avvicinati all’ingresso principale.
Le bombole di gas e quel che resta di molotov sono state rinvenute nella casa colonica esplosa. I vigili del fuoco hanno recuperato 5 bombole che erano state collocate in più stanze della casa e ora si trovano accatastate sul cortile. La casa era satura di gas fatto uscire, si presume, da più bombole vista la potente deflagrazione che ha fatto crollare lo stabile.
Ad innescare la miccia sarebbe stata la donna, mentre i due fratelli si sarebbero trovati in una sorta di cantina e non in una stalla come si era appreso in un primo momento. Tutti e tre si erano barricati in casa.
Nel momento in cui è stata aperta la porta, la deflagrazione ha investito in pieno il gruppo. Il casolare è crollato, avvolto subito dalle fiamme. Alcuni corpi sono stati sbalzati all’esterno, altri sepolti.
Le vittime sono il Luogotenente Carica Speciale Marco Piffari, il Brigadiere Capo Valerio Daprà e il carabiniere Scelto Davide Bernardello. Prestavano servizio tra Padova e Mestre. Per loro, non c’è stato nulla da fare. Uno è stato estratto senza vita mezz’ora dopo lo scoppio.
Il dolore nell’Arma: «Hanno onorato l’uniforme fino all’estremo sacrificio», ha detto il segretario del sindacato Sim dei carabinieri. Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha parlato di «tragica scomparsa» e ha reso omaggio alla memoria dei tre caduti. «Un bilancio terribile», ha aggiunto il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi.
I nomi degli occupanti del casolare sarebbero sono noti: Franco, Dino e Maria Luisa Ramponi, agricoltori in gravi difficoltà economiche, con ipoteche pendenti e una lunga scia di tensioni con le istituzioni. Due volte, tra ottobre e novembre 2024, avevano minacciato lo stesso gesto: saturare la casa di gas e salire sul tetto all’arrivo dell’ufficiale giudiziario. In entrambi i casi, i negoziatori riuscirono a evitare il peggio.
Secondo le prime ricostruzioni, dopo l’esplosione uno dei fratelli ha cercato di fuggire nei campi, ed è tuttora ricercato. L’altro è rimasto ferito e si trova ricoverato sotto sorveglianza. La sorella, ustionata, è stata bloccata e trasferita in ospedale. Ma la fuga di Franco Rampolli, 65 anni è durata poco: è stato, infatti, sorpreso dai militari del Nucleo investigativo in una campagna di sua proprietà.
Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, decine di ambulanze del Suem e i vertici provinciali e regionali delle forze dell’ordine. Anche il Procuratore Capo di Verona, Raffaele Tito, ha raggiunto la zona: «Una tragedia incredibile. Cercavamo delle molotov e si è agito con la massima cautela. Ma l’esito è stato inaspettato e molto doloroso».
(Unioneonline/Fr.Me.)