Una nuova pista da seguire si aggiunge al cold case di Emanuela Orlandi, la ragazza sparita a Roma nel 1983.

E oggi, dopo 40 anni, spunta il nome dello zio Mario Meneguzzi, ormai defunto e marito di Lucia Orlandi, zia paterna della giovane. Secondo quanto rivelato da un servizio del Tg La7, alcuni mesi dopo la scomparsa della ragazza, l'allora Segretario di Stato Vaticano Agostino Casaroli avrebbe contattato – in via riservata, con un messaggio per posta diplomatica – un sacerdote sudamericano inviato in Colombia da Giovanni Paolo II. L’uomo in passato era stato consigliere spirituale e confessore degli Orlandi.

Nella lettera viene chiesto se il religioso fosse a conoscenza delle molestie di Meneguzzi nei confronti della sorella maggiore di Emanuela, Natalina. Una domanda a cui il religioso ha risposto in maniera affermativa. Secondo quanto confessato dall’uomo, la giovane gli aveva confidato di avere paura. Le era stato infatti intimato di mantenere il silenzio sulla questione, pena la perdita dell’impiego alla Camera dei Deputati dove Meneguzzi, che gestiva il bar, la aveva fatta assumere qualche tempo prima.

Le lettere sono ora finite all'attenzione del promotore di giustizia e ai pm di Roma. Per ora non ci sono certezze, ma sullo zio defunto crescono i sospetti. Tra i motivi anche la somiglianza del suo volto con l’identikit – tracciato la sera della scomparsa – dell’uomo con il quale sarebbe stata avvistata Emanuela. Stando al servizio, chi indaga avrebbe dunque ripreso in mano tutte le carte della prima inchiesta e sta mettendo a confronto le dichiarazioni della sorella di Emanuela (che in un verbale ha citato gli abusi)  per capire perché al tempo non è stata approfondita la pista “familiare”

(Unioneonline/v.f.)

© Riproduzione riservata