Emanuela Orlandi sarebbe sepolta a Castel Sant'Angelo, assieme a Mirella Gregori: a sostenerlo è un ex carabiniere, Antonio Goglia, impiegato comunale di San Giorgio a Cremano, in una lettera inviata al sostituto procuratore Stefano Luciani incaricato di riaprire le indagini sul mistero Orlandi. 

La vicenda è riferita da ItaliaOggi. 

«Vi comunico che nei sotterranei del Castel Sant'Angelo, dietro una porta rinforzata, dovrebbe trovarsi una stanza di circa 20 metri quadri nella quale dovrebbero trovarsi resti umani, compresi quelli di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. La struttura dovrebbe ricadere sotto l'Autorità del Comune di Roma e perciò non dovrebbe essere difficile approntare un sopralluogo», si legge nella missiva di Goglia. 

Quanto ai motivi alla base del sequestro delle due ragazze, avvenuto nel giugno 1983, esattamente 40 anni fa, l’ex carabiniere si sofferma a lungo sulla centralità del canone 1058 del Diritto canonico: «Il codice, che impone il celibato sacerdotale - dice - è stato confermato dall'attuale norma canonica del 1983, anno dei

sequestri della Orlandi e della Gregori. Quel codice serve a far comprendere immediatamente cosa vogliono i sequestratori: l'abolizione del celibato sacerdotale, canone 1058, altrimenti avrebbero ucciso la Orlandi e la Gregori».

Dal canto proprio, Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, bolla le affermazioni di Goglia come «pura follia».

«Lo conosco da anni – spiega -, ogni volta cambia ipotesi. Già in passato - ricorda Pietro Orlandi - aveva

scritto in procura, ogni volta con ipotesi senza riscontri, ipotesi completamente diverse tra loro. È passato, come movente, dalla teologia della liberazione, ai preti pedofili di Boston, al terrorista Carlos, ai Marrani e altri». Insomma, conclude il fratello di Emanuela, «una cosa, veramente assurda».

(Unioneonline/l.f.)

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