È arrivata la consueta classifica annuale sulla libertà di stampa stilata da Reporters sans Frontiere, e ci sono buone notizie per l'Italia, che guadagna 25 posizioni e passa dal 77esimo al 52esimo posto.

Un balzo in avanti, spiega l'organizzazione, dovuto anche "all'assoluzione di diversi giornalisti, tra cui i due (Gianluigi Nuzzi e Emiliano Fittipaldi, ndr) che sono stati processati nel caso Vatileaks".

Tuttavia l'Italia, specifica Reporter sans Frontieres, "continua ad essere uno dei Paesi europei in cui più che altrove i giornalisti sono minacciati dalla criminalità organizzata".

"Sei giornalisti sono ancora sotto protezione a causa delle minacce di morte", scrive l'organizzazione riferendosi all'Italia. "Il livello di violenza contro i giornalisti è allarmante, - continua - soprattutto perché i politici come Beppe Grillo del Movimento 5 Stelle non esitano ad attaccare pubblicamente i giornalisti che non amano".

Il podio è tutto scandinavo, con Norvegia davanti a Svezia e Finlandia.

All'ultimo posto c'è invece la Corea del Nord, dove il regime di Kim Jong-un "continua a mantenere la popolazione nell'ignoranza e nel terrore". Nelle ultime posizioni anche Eritrea, Turkmenistan e Siria che, a causa della guerra, è il Paese con più giornalisti morti.

Restano l'Africa e il Medio Oriente le zone in cui esercitare la professione giornalistica è più difficile e pericoloso.

Perdono posizioni gli Stati Uniti (43esimi) e il Regno Unito (40esimo), Paesi in cui l'avvento di Trump e la campagna per la Brexit hanno dato una cassa di risonanza alle fake-news e agli attacchi ai media.
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