È morto all’età di 83 anni Calisto Tanzi, ex patron di Parmalat ed ex proprietario del Parma Calcio la cui parabola è terminata con il crac del 2003 e i processi che ne seguirono.

Nato nel 1938 a Collecchio, il piccolo paese a due passi da Parma in cui poi ha costruito il suo impero, e diplomato in ragioneria, nel 1961, quando aveva solo 22 anni, avviò la sua impresa del latte prendendo la vecchia azienda del nonno, a conduzione familiare, e la trasformò in una multinazionale con oltre 130 stabilimenti in tutto il mondo con un giro d’affari pari nel 1973 a 20 miliardi di lire, saliti a ben 550 nel 1983.

Tanzi aveva di fatto inventato il latte a lunga conservazione ma l'ambizione lo portò ad allargarsi dal settore alimentare (non solo latte ma anche conserve, merendine, yogurt) al turismo, alla tv, e perfino al calcio. Negli anni Novanta la Borsa, poi le acquisizioni, il ricorso al mercato dei titoli e infine il crac nel 2003. Una crisi partita nel 1999 quando acquisì Eurolat dal gruppo Cirio di Sergio Cragnotti per un prezzo esorbitante, oltre 700 miliardi di lire, per consentire a Cragnotti di rientrare dei debiti con la Banca di Roma di Cesare Geronzi.

Parmalat, secondo la definizione degli inquirenti, diventò così "la più grande fabbrica di debiti della storia del capitalismo europeo".

Migliaia di piccoli risparmiatori finirono sul lastrico: 80mila secondo l’allora governatore di Bankitalia Antonio Fazio, il doppio secondo le associazioni dei consumatori. A dicembre 2010 arrivò la condanna per Tanzi a 18 anni di reclusione per un crac da 14 miliardi di euro. 

(Unioneonline/D)

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