Resta in carcere il 40enne sardo finito in manette lo scorso 16 giugno dopo che i carabinieri di Gallese (Viterbo) avevano scoperto in due suoi terreni 144 piante di canapa indiana, 160 grammi di marijuana e un vero e proprio arsenale.

In un suo deposito infatti l'uomo aveva nascosto circa 16 chili di tritolo, un fucile calibro 12, alcune cartucce, una pistola semiautomatica 6,35, oltre a diversi metri di miccia e munizioni.

Il 40enne è stato portato al carcere viterbese di Mammagialla con l'accusa di coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione di esplosivi e armi.

Ieri è stato ascoltato dal gip Fiorella Scarpato e durante l'interrogatorio è stato assistito dall'avvocato Luigi Mancini.

Secondo gli inquirenti, l'uomo si sarebbe difeso affermando di coltivare marijuana per sopravvivere e di essere in possesso delle armi solo perché lasciate in eredità dal padre, finito in carcere per reati legati alla malavita sarda negli anni Ottanta e Novanta.

Si tratterebbe infatti di armi storiche, risalenti almeno a quarant'anni fa; in particolare la pistola avrebbe circa sessant'anni.

Al termine dell'interrogatorio il magistrato ha convalidato il fermo e confermato la custodia cautelare in carcere.

(Redazione Online/F)

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