Stordita con farmaci e poi soffocata con un cuscino

Secondo il medico legale sarebbe morta così Laura Ziliani, l’ex vigilessa di Temù, nel Bresciano, scomparsa l’8 maggio di un anno fa e trovata morta tre mesi dopo, l’8 agosto.

I tre presunti responsabili – le due figlie della vittima Paola e Silvia Zani e Mirto Milani, il fidanzato di quest'ultima – hanno raccontato una verità diversa: "Le abbiamo dato le benzodiazepine con una tisana, poi le abbiamo messo un sacchetto in testa e lo abbiamo chiuso. Laura non moriva e io e Silvia le abbiamo stretto le mani al collo".

I rapporti tra madre e figlie, a dire di queste ultime, erano ormai tesi da tempo. “Ci faceva sentire inferiori, sbagliate e inadeguate. Ci attaccava dicendoci che eravamo in sovrappeso", è la loro versione.

LA RICOSTRUZIONE – Il faro degli inquirenti si era subito concentrato sul “trio criminale”, che per molto tempo però aveva fatto scena muta. Nei giorni scorsi invece i tre hanno confessato e confermato la ricostruzione.

Il 16 aprile di un anno fa, ossia ventidue giorni prima del delitto, un “prodromo dell’omicidio”: i tre stordirono Laura Ziliani con benzodiazepine, anche in quel caso facendole bere una tisana, e per oltre 36 ore la donna rimase ko. 

"Quando ci incontrammo di persona il lunedì arrivai persino a dirle che l'avevano avvelenata. Lei si arrabbiò per la mia affermazione", ha fatto mettere a verbale l'uomo che aveva una relazione con Laura Ziliani, vedova dal 2012. E aveva ragione lui: quel weekend la vittima era realmente stata avvelenata dalle figlie Paola e Silvia Zani e da Mirto Milani.

"Laura mi disse che dopo una cena con Silvia, Paola e con Mirto, si era adagiata sul divano e si era addormentata – ha spiegato l’uomo -. Solo dopo essersi svegliata alle ore 12.30 circa, le figlie le avevano raccontato che si era addormentata sul divano e, al momento di andare a letto, non erano state in grado di svegliarla. L'avevano quindi accompagnata di peso sino a letto dov'era stata anche spogliata e le avevano messo il pigiama. Laura non ricordava nulla. Mi disse di non sapere cosa fosse accaduto e di non sentirsi bene".

Quanto alla fossa scavata nei boschi di Temù, a poca distanza da dove poi è stato ritrovato il cadavere, gli inquirenti non hanno dubbi: era stata scavata per nascondere il cadavere di Laura Ziliani, ma poi risultò troppo piccola.

(Unioneonline/D)

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