Saranno i dati sul contagio a indirizzare ogni decisione, ma il nuovo decreto legge Covid operativo dal 7 aprile - al termine delle festività pasquali - potrebbe dare i primissimi segnali di riapertura, a partire dalle scuole.

E' quanto trapela da fonti ministeriali, quando ancora la discussione nel governo non è entrata nel vivo.

Da Palazzo Chigi assicurano che l'incontro di ieri tra il presidente del Consiglio Mario Draghi, gli esponenti del Cts e il ministro della Salute Roberto Speranza è servito a esaminare la curva epidemiologica e non ha portato a nessuna decisione, né in senso restrittivo né di apertura.

Solo i dati che emergeranno nei prossimi giorni porteranno, la prossima settimana, a decidere le nuove misure.

Nel governo si sta anche ragionando su alcune norme uniformanti che dovrebbero essere condivise a livello nazionale nella campagna di vaccinazione.

E' quindi improbabile, affermano più fonti, che il nuovo decreto legge si limiti a prorogare quello oggi in vigore.

L'impianto non dovrebbe essere stravolto ma l'intenzione sarebbe quella di avviare quel percorso di graduale apertura indicato dal ministro dell'Economia Daniele Franco.

"Pensiamo che dopo la Pasqua la situazione migliorerà gradualmente - ha detto l'esponente del governo -, e poi ci muoveremo con gradualità verso una situazione più normale a maggio e giugno: questo grazie alla disponibilità dei vaccini e all'aiuto che arriva dalla stagione più calda".

Nessuna indicazione ancora sulle misure, ma tutti gli occhi sono puntati sulla scuola: il pressing è fortissimo per un ritorno in classe di tutti gli studenti fino alla prima media, anche in zona rossa. Ma nel governo già si avverte anche la pressione di chi guarda alle nuove misure restrittive adottate da Angela Merkel e ipotizza che la linea del rigore debba indirizzare le scelte del governo anche per il mese di aprile.

(Unioneonline/F)
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