Abbiamo riaperto quasi tutto alla cieca, è sbagliato incolpare i ragazzi che si fanno gli aperitivi e affollano le zone della movida.

Lo pensa Andrea Crisanti, professore di Microbiologia a Padova, uno dei protagonisti dell'eccellente gestione veneta dell'epidemia.

"Ci sono meno persone infette, c'è l'uso delle mascherine, la cautela di evitare assembramenti in spazi chiusi. Ma purtroppo - osserva - queste riaperture sono state fatte senza analisi di rischio, non siamo in grado di prevedere nulla".

"Bisognava cercare di capire esattamente quanti sono i casi reali - spiega - facendo emergere tutto il sommerso, tutte le persone che telefonano perché stanno male a casa. E invece siamo in mano a guanti, mascherine e bel tempo".

Non se la sente di condannare i ragazzi che non osservano le disposizioni: "Non condivido tutta questa esecrazione, sono vittime di messaggi assolutamente incoerenti. Prima le mascherine non servono, poi devono essere marcate Ce, poi possono andare anche senza il marchio e alla fine va bene anche se te le fai da solo".

Per Crisanti è una "follia" riaprire le frontiere dal 3 giugno. "Senza nessun approccio per tracciare, controllare queste persone, verificare se sono infette, rischiamo di mandare all'aria tutto il lavoro fatto finora. Lo trovo veramente irresponsabile".

(Unioneonline/L)
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