Sempre più frequentemente si parla di “bombe d’acqua”, ma cosa sono in realtà questi fenomeni?

Si tratta di rarissimi eventi atmosferici che, per formarsi, necessitano che nell’atmosfera si sviluppino delle precondizioni meteorologiche ben definite.

COS’È UNA BOMBA D’ACQUA?

Come spiega il colonnello Paolo Ernani, meteorologo, «immaginate che sull’area dell’Europa centrale e su quella del Mediterraneo centrale da 5 o 6 giorni persista un’area di alta pressione (per esempio 1030 millibar). Ciò favorisce la stabilità atmosferica con temperature elevate, tempo bello e soprattutto un progressivo notevole aumento dell’umidità dell’aria (afa). Su questa situazione meteo, improvvisamente viene a innescarsi un elemento disturbatore che provocherà poi la bomba d’acqua. Immaginate ancora una volta che dalle latitudini a nord della fascia di alte pressioni già citata si incunei un nucleo di aria molto fredda. Se questa corrente fredda possiede una notevole energia termica negativa riuscirà ad aprirsi un varco per rompere e tagliare così l’alta pressione. Immaginate per la terza volta che questo flusso freddo si diriga poi a sud e si instradi verso la valle del Rodano (sud-est della Francia) e alpi Marittime, e trabocchi poi sul Golfo di Genova. Si scatena l’Apocalisse».

COME SI FORMA LA BOMBA D’ACQUA?

Ecco quello che accade: «L’aria calda intrisa di umidità, come fosse nebbia, viene violentemente sollevata verso l’alto, provocando nel contempo, oltre ai giganteschi cumulonembi intrisi di pioggia, anche un fortissimo tracollo della pressione atmosferica (per esempio da 1030 a 980 millibar) con un differenziale di pressione di -50 Mb. Se tale differenza si concretizzerà nelle prime 12-24 ore, allora si può parlare della genesi di una bomba d’acqua, con tutte le conseguenze che sappiamo, con le precipitazioni che in alcuni casi possono toccare, nelle aree interessate, punte cumulate di 700/800 millimetri di pioggia e più, oltre ovviamente a un forte calo delle temperature e venti talmente violenti con raffiche anche superiori ai 120/130 km/h».

In conclusione, dice ancora Ernani, «è proprio il forte differenziale (generatosi in tempi cortissimi) di pressione atmosferica (e solo questo) che favorisce (più in estate) la genesi delle bombe d’acqua, specie lungo le zone rivierasche».

(Unioneonline/s.s.)

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