I magistrati di piazzale Clodio stanno setacciando le chat dei cellulari sequestrati al numero due del Noe Alessandro Sessa, indagato per depistaggio nell'inchiesta Consip.

Il colonnello è accusato di aver mentito deliberatamente ai pm romani quando è stato sentito come testimone: aveva riferito di non aver parlato con nessuno dell'indagine sugli appalti Consip prima del novembre 2016. Ma è stato incastrato dai controllo fatti sui cellulari del capitano del Noe Gianpaolo Scafarto, a sua volta indagato con l'accusa di aver falsificato atti d'indagine.

"Signor colonnello, sono due giorni che io penso continuamente a queste intercettazioni e alla possibilità di portare avanti queste indagini con serenità - scriveva su WhatsApp Scafarto a Sessa il 9 agosto dello scorso anno - Credo sia stato un errore parlare di tutto col capo attuale e continuare a farlo. La situazione potrebbe precipitare con la fuga di notizie che potrebbe farvi passare un brutto quarto d'ora".

Obiettivo di questo filone dell'inchiesta, quello della fuga di notizie nel quale sono indagati anche il ministro dello Sport Luca Lotti e il comandante generale dei Carabinieri Tullio Del Sette, è capire come dal Noe siano uscite le informazioni poi arrivate all'amministratore delegato di Consip Luigi Marroni, che era stato avvertito dell'indagine e delle intercettazioni a suo carico.

L'INCHIESTA - Il cuore delle indagini è la gara Consip di "facility management", un bando di servizi per la pubblica amministrazione da 2,7 milioni suddiviso in 18 lotti. L'imprenditore campano Alfredo Romeo, che puntava a quegli appalti, per ottenerli secondo l'accusa avrebbe corrotto il dirigente Consip Marco Gasparri con 100mila euro in tre anni (come sostiene lo stesso Gasparri, che avrebbe ammesso di aver preso quei soldi).

(Redazione Online/L)

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