Colpo di scena nel caso Santanchè: nel collegio difensivo della ministra entra l'avvocato Salvatore Pino, sostituendo il legale Salvatore Sanzo, e affianca il difensore Nicolò Pelanda.

Proprio Salvatore Pino ha preannunciato al giudice una richiesta di "termini a difesa" per studiare il procedimento sulla truffa aggravata ai danni dell'Inps, con udienza fissata per domani. La gup Gueli dovrebbe dunque limitarsi ad accogliere la richiesta e poi fissare un'altra data per la prosecuzione del procedimento, anche perché l'altro legale, Pelanda, ha un altro impegno difensivo.

Nell'udienza, fissata per domani mattina alle 11 al settimo piano del Palazzo di Giustizia, comunque non si sarebbe arrivati alla decisione della gup sul rinvio a giudizio o meno della ministra del Turismo e degli altri imputati. Dopo che la Cassazione ha stabilito che il procedimento resta a Milano per competenza territoriale, infatti, è ancora aperta la fase delle questioni preliminari e i difensori potrebbero sollevarne altre. Poi, la parola passerà ai pm Marina Gravina e Luigi Luzi che ribadiranno la richiesta di processo e infine parleranno la parte civile Inps, con il legale Aldo Tagliente, e le difese. Serviranno, dunque, almeno altre due udienze prima di arrivare a decisione. La gup è passata, intanto, ad altro incarico in Tribunale ed è stata, però, prorogata all'ufficio gip fino al 31 marzo e potrebbe, comunque, rimanere applicata per concludere questa udienza preliminare.

Secondo i pm, la senatrice di FdI, il compagno Dimitri Kunz e Paolo Giuseppe Concordia, collaboratore esterno con funzioni di gestione del personale di Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria - società del gruppo fondato dalla ministra, dal quale è uscita nel 2022, e anche esse imputate - sarebbero stati consapevoli di aver richiesto e ottenuto "indebitamente" la cassa integrazione in deroga "a sostegno delle imprese colpite dagli effetti" della pandemia Covid per 13 dipendenti per oltre 126mila euro.

A Santanchè, così come agli altri due, viene imputato dai pm di aver "dichiarato falsamente" che quei dipendenti fossero in cassa "a zero ore", mentre invece svolgevano le "proprie mansioni" in "smart working". Visibilia Editore ha già chiesto di patteggiare e le due società del gruppo hanno già risarcito l'Inps.

(Unioneonline)

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