La sesta sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza della Corte d'Appello di Salerno che aveva dichiarato di non dover procedere per intervenuta prescrizione per i reati di abuso d'ufficio contestati all'ex procuratore di Catanzaro, Salvatore Murone, e all'avvocato generale Dolcino Favi.

Entrambi avevano adottato provvedimenti per sollevare dalle indagini nei confronti dell'ex pm Luigi de Magistris (ora sindaco di Napoli) nei casi "Why Not" e "Poseidone". La sentenza mette fine ad un procedimento iniziato nel 2008 con perquisizioni e sequestri negli uffici giudiziari di Catanzaro che aveva visto anche l'intervento dell'allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per attenuare lo scontro tra le due procure.

"Finalmente si è chiusa a mio favore la vicenda - commenta Murone -. Tutte le mistificazioni, le bugie, le cattiverie sono finite. L'assoluzione del primo grado è stata ribadita a dimostrazione che le vicende successe al signor De Magistris non sono il frutto di congiure e complotti, di poteri forti e livelli superiori, ma solo il suo modo di fare il pubblico ministero già stigmatizzato dai provvedimenti di carriera che lo hanno colpito, portandolo fuori dalla magistratura".

E poi: "Abbiamo peccato in un eccesso di fiducia nei confronti dello Stato. Ci sono voluti dodici anni per fare giustizia, una giustizia in cui ho sempre creduto anche se vedendo certi comportamenti, pure di certi colleghi, ho tentennato".

"Dicessero quello che vogliono - controbatte il primo cittadino napoletano -. Da una parte ci sono le persone perbene, dall'altra quelle che hanno commesso fatti molto gravi. La storia rimane per sempre: la revoca dell'inchiesta Poseidone da parte di Lombardi e l'avocazione dell'indagine Why Not di Favi furono illecite. Furono condotte di abuso d'ufficio, seppur prescritte, quindi non si è dimostrata la corruzione ma l'abuso, e furono fatte al fine di danneggiarmi".

Assolti anche l'ex senatore e avvocato Giancarlo Pittelli, il procuratore Mariano Lombardi (nel frattempo venuto a mancare) e l'imprenditore Antonio Saladino per insussistenza del fatto.

(Unioneonline/M)
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