A fine giornata Claudio Sterpin, giacca gessata grigio chiaro e cravatta, rimane fermo sulle sue posizioni: Sebastiano Visintin «sa tutto quello che è successo» a Liliana. E lo ripete anche una volta uscito dal tribunale di Trieste, dopo l'incidente probatorio durato oltre 5 ore davanti alla Gip Flavia Mangiante.

Obiettivo era raccogliere e cristallizzare la testimonianza dell'86enne, in particolare sul rapporto che intercorreva tra lui e Liliana Resinovich. Un'amicizia affettuosa di cui Sterpin aveva parlato già nei giorni successivi al ritrovamento del cadavere di Liliana - il 5 gennaio 2022 nel boschetto dell'ex ospedale psichiatrico - e che non aveva mai convinto il marito, Sebastiano Visintin, ora indagato per l'omicidio della donna.

Sterpin auspica che non sia lui il colpevole: «Lo spero per lui», dice. E ancora: «Uno solo non fa quel lavoro. Lei è stata portata là. Già in due, di notte, è problematico. È probabile che Visintin stia coprendo qualcuno, ma non sta a me dirlo».

Tra i due uomini, già al mattino, è arrivato il primo battibecco a distanza. Prima di entrare in tribunale Sebastiano, portando la bici a mano, si è avvicinato a Claudio nei pressi di un bar e gli ha chiesto «rispetto per Liliana». Sterpin non ha replicato e ha proseguito per la sua strada, poi ai giornalisti ha sottolineato di aver sempre portato rispetto per la donna. Dopo la scomparsa di Lilly, ha aggiunto, «l'hanno cercata tutti meno che uno», riferendosi al marito. «Lui se n'è fregato di andarla a cercare perché sapeva che non sarebbe tornata».

Ulteriori contatti tra Sterpin e Visintin non ci sarebbero stati. Nel corridoio del tribunale, prima dell'udienza, sedevano distanti l'uno dall'altro. Sebastiano con capo chino, non ha rilasciato dichiarazioni. Nella stanza 290 del palazzo di giustizia l'86enne ha reso la sua testimonianza rispondendo alle domande della pm titolare del fascicolo, Ilaria Iozzi, delle parti offese e della difesa: «Ho ribadito quello che ho sempre detto - chiarisce l'uomo - la versione è una». Nessun colpo di scena, dunque.

Gran parte delle domande, a quanto si apprende, sarebbero state poste dalla pm. Sono stati fissati alcuni dettagli sull'amicizia tra Claudio e Liliana, ma anche informazioni relative al rapporto coniugale tra la donna e Visintin. La testimonianza, spiega il legale di Sterpin, Giuseppe Squitieri, è stata resa con «tranquillità e lucidità, nel contraddittorio anche serrato delle parti, però giusto e corretto; sono state ripercorse tutte e sei le dichiarazioni che aveva precedentemente reso, su tutti i profili e le situazioni».

Sterpin avrebbe puntualizzato elementi vissuti in prima persona diversificandoli da quelli riportati da terzi. «Il testimone ha risposto a tutte le domande - rende noto la procuratrice capo, Patrizia Castaldini, presente in aula - il racconto è stato assolutamente lineare e coerente». «È stato un esame lungo ma fluente», aggiunge Federica Obizzi, legale della nipote di Liliana, Veronica Resinovich.

Diversa l'opinione della difesa di Visintin: «Ci saremmo aspettati dalla Procura un'indagine a 360 gradi e non unidirezionale. Le domande del pm erano solo volte a ricostruire la storia d'amore tra Sterpin e Liliana, quindi a costruire il movente. Poco hanno evidenziato sulle contraddizioni di Sterpin», osserva Alice Bevilacqua, che con Paolo Bevilacqua difende Visintin.

(Unioneonline)

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