Nove anni fa due emissari di Papa Ratzinger comunicarono alla famiglia Orlandi la disponibilità del Vaticano a ritrovare il corpo di Emanuela, la quindicenne scomparsa in circostanze misteriose nel 1983

La magistratura italiana, in cambio, doveva concedere la riesumazione del corpo del boss della Banda della Magliana, Enrico “Renatino” De Pedis, nella basilica di Sant’Apollinare (dove era scomparsa Emanuela) ed eliminare dalla chiesa a due passi da Piazza Navona a Roma “un cadavere troppo ingombrante” la cui scoperta aveva causato forte imbarazzo in Vaticano.

Una trattativa che alla fine si bloccò mentre la Procura di Roma decideva l’archiviazione del caso.

L’INTERVISTA – E’ quanto emerge in una puntata di Atlantide, in onda stasera su La7, dall’intervista esclusiva all’ex procuratore Giancarlo Capaldo, all’epoca titolare dell’inchiesta, che si dice pronto a svelare i nomi dei due emissari, ma solo se verrà interrogato dalla magistratura vaticana o italiana. Di quei colloqui, dice, ci sarebbe addirittura una registrazione. Gli emissari del Papa, racconta Capaldo, “presero atto del mio punto di vista e si riservarono di sentire alcune persone più in alto nella gerarchia e di darmi una risposta. La risposta avvenne qualche settimana dopo e fu positiva. La disponibilità era quella di mettere a disposizione ogni loro conoscenza e indicazione per arrivare a questa conclusione”.

La trattativa però si interruppe: “Io termino la mia reggenza perché a capo della Procura viene nominato Giuseppe Pignatone e dall’altra parte in Vaticano si iniziano una serie di grandi manovre o di scontri sotterranei, come è costume probabilmente in quel contesto, intorno a Papa Ratzinger. E sappiamo poi che Papa Ratzinger da lì a un anno neppure si dimetterà”. 

“Sono contento di questa posizione che ha preso il dottor Capaldo dopo tanti anni – ha detto Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela che mai si è rassegnato nella sua ricerca della verità –. Sono convinto che farà i passi giusti nelle sedi opportune e sono convinto che farà i nomi di queste persone perché così ci sarà finalmente qualcuno a fare giustizia per Emanuela”.

La notizia potrebbe portare alla riapertura delle indagini: l’avvocato della famiglia, Laura Sgrò, ha presentato una richiesta di interrogatorio di Capaldo al Promotore di Giustizia vaticano e al Consiglio superiore della magistratura.

(Unioneonline/D)

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