Non si placano le polemiche politiche sul caso Almasri, l’uomo accusato dalla Corte penale internazionale di essere il capo dei “torturatori” del carcere libico di Mitiga, fermato in Italia, ma scarcerato e rimandato in patria con un volo di Stato, decisione che ha portato a un esposto e a un avviso di garanzia alla premier Giorgia Meloni e ai ministri Nordio, Piantedosi e Mantovano

A fare il giro dei social è ora il j'accuse rivolto ai parlamentari italiani da Bruno Vespa, nel corso dell’ultima puntata della trasmissione Rai “Cinque Minuti”

«Quello che i signori dietro la lucetta rossa non sanno ma che i parlamentari di ogni partito sanno – ha tuonato Vespa - è che in ogni Stato si fanno delle cose sporchissime, anche trattando con i torturatori per la sicurezza nazionale, questo avviene in tutti gli Stati del mondo». Parole che fanno riferimento soprattutto alle richieste di spiegazioni rivolte dall’opposizione al Governo circa i motivi che hanno portato alla scarcerazione e all’espulsione di Almasri. 

Lo “sfogo” di Vespa ha, naturalmente, innescato nuove reazioni. «Il Parlamento non si riunisce - ed è una cosa enorme, che sta passando sotto silenzio - perché il Governo non vuole riferire in Aula sulla vicenda del generale libico prima arrestato e poi riportato a casa con il volo di Stato», ha affermato il leader di Italia viva Matteo Renzi nella sua Enews. Aggiungendo: «La Premier commenta questa vicenda sui social, negli eventi organizzati da Nicola Porro, con le veline ai giornalisti amici che si scaldano in sua difesa come ha fatto uno scatenato Bruno Vespa ieri davanti a milioni di italiani. Ma in Parlamento non vengono perché - ci hanno spiegato - c'è una indagine in corso e non possono parlarne», ha detto ancora Renzi, secondo cui «è incredibile come nessuno faccia notare che è gravissimo che il Governo cancelli di propria iniziativa l'informativa al Parlamento del Ministro dell'Interno».

(Unioneonline)

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