Tracce di sangue e impronte digitali.

Questo quanto trovato dai carabinieri del Ris su oggetti e indumenti all'interno della stanza 109 dell'hotel Le Meridien di Roma, dove alloggiavano Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjorth. I due studenti americani sono accusati dell'omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega morto lo scorso 26 luglio nella Capitale. Hanno nascosto il coltello di 18 centimetri utilizzato per pugnalare la vittima per ben undici volte: l'esito degli esami iniziati questa mattina sui reperti (dopo il sopralluogo di ieri) è atteso tra 45-60 giorni.

La posizione dei ragazzi, però, rimane differente: a Finnegan viene addebitato di essere l'autore dell'assassinio anche grazie alla sua confessione dopo ore di interrogatorio. Lo statunitense ha poi aggiunto di essersi difeso per paura di uno strangolamento e di non sapere che davanti avesse un militare. Christian, invece, ha raccontato di non essere a conoscenza che l'amico avesse con se un'arma da taglio.

Intanto è polemica riguardo la diffusione sul web della foto in cui si vede, il giorno dell'arresto, Hjorth bendato e ammanettato in caserma. Sono decine i carabinieri ascoltati in tutta Italia per cercare di capire come sia stato possibile: pare che qualcuno le abbia condivise in una chat Whatsapp: è caccia all'autore.

Negli scorsi giorni la famiglia di Rega è stata ricevuta dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la vicenda è stata commentata anche dal vicepremier Matteo Salvini con frasi molto forti: "L'unica verità evidente è che un criminale ha ammazzato un figlio, sposo, fratello, italiano di 35 anni".

(Unioneonline/M)
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