Matteo Salvini torna sul tema dei negozi di cannabis light, dei quali ha annunciato la chiusura, prendendosi le critiche del ministro Giulia Grillo.

Lo fa per riportare un'operazione di polizia di questa mattina: "Ringrazio le forze dell'ordine e la magistratura perché è in corso la chiusura di tre cannabis shop a Macerata, Porto Recanati e Civitanova Marche. L’ha deciso il Questore. Con questa operazione, la provincia marchigiana non ha più attività di questo tipo".

Ed è di "modello Macerata" che parla il ministro. "Può essere replicato con successo in tutta Italia, oggi stesso manderò una direttiva con questa indicazione".

E ancora: "Lo Stato dimostra di non essere complice di chi vende prodotti che fanno il male dei nostri figli".

Annullato intanto a Torino il Festival Internazionale della Canapa, in programma dal 17 al 19 maggio. Diversi espositori, dopo le dichiarazioni del ministro, hanno dato forfait.

Insiste sul fronte droga Salvini, e apre l'ennesimo fronte con i 5 Stelle. "Mi aspetto - scrive su Facebook - che il senatore dei 5 Stelle Mantero ritiri la proposta sulla droga libera. Non è nel contratto di governo e non voglio lo Stato spacciatore".

Il disegno di legge pentastellato si propone di regolarizzare la coltivazione, la lavorazione e il consumo di marijuana.

Insomma, i tanti giovani che hanno deciso in tutta Italia, e anche in Sardegna, di aprire negozi o di coltivare cannabis light, sono avvisati. "Sarà una guerra strada per strada", avverte il ministro.

D'altronde, dice Salvini, lo ha "promesso alle tante mamme che soffrono per i loro figli che fanno uso di cannabis".

Quella cannabis che è - sempre parola di Salvini - "l'anticamera dell'inferno, dell'eroina e della cocaina".

LE REAZIONI - "Non c'è bisogno di creare nessuna tensione e" Salvini "si preoccupi delle leggi che sono nel contratto di governo", ha risposto Luigi Di Maio da Palermo, sminuendo la polemica: "Vediamo di vederci in questi giorni per fare il salario minimo orario e per fare la flat tax - aggiunge - piuttosto che scartabellare nelle leggi dei singoli senatori che non hanno i numeri in Parlamento per essere approvati".

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte la chiude ancora più seccamente: "Io ho un'agenda molto fitta. Non mi stravolgete l'agenda: questo non è all'ordine del giorno".

(Unioneonline/L-D)
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