Nel periodo più buio della pandemia di coronavirus in Italia, in televisione e in radio c'era spesso il popolare virologo Roberto Burioni a spiegare agli italiani la minaccia del Covid.

Ora però vuole prendersi una pausa per tornare a dedicarsi ai suoi studi: "Torno alla mia vera aula - spiega al Corriere della Sera -, quella universitaria, e starò in silenzio stampa almeno fino all'autunno. Ho detto quello che dovevo. Per un po' non andrò in tv e in radio e non sarò sugli altri media. Piuttosto vorrei scrivere un testo universitario, dedicarmi ai miei studenti: mi sono mancati".

Sulle accuse di stare troppo in televisione: "Non sono un presenzialista!", replica. E precisa: "Dal primo marzo al 30 aprile non sono entrato nemmeno nei primi dieci più presenti nel dibattito pubblico".

In merito invece all'attacco da parte dell'Espresso, che ha fatto i conti delle sue consulenze alle aziende spiega: "In generale in questi anni mi hanno ferito più gli attacchi di quelli che la pensano come me che quelli dei complottisti. Sulle consulenze dico una cosa semplice: chi dovrebbe aiutare la ripartenza di un Paese se non un esperto di queste questioni?".

"Se la Ferrari mi chiede un aiuto - aggiunge - dovrei dire di no? Io ritengo che sia un dovere dare una mano. E un professionista va pagato, perché altrimenti si tratta di sfruttamento. Mi hanno accusato di speculare sulla pandemia persino quando è uscito il mio ultimo libro, Virus, anche se tutti sapevano che i proventi sarebbero andati alla ricerca".

E conclude: "L'Italia ha fatto un sacrificio enorme. Senza il lockdown ora staremmo contando i morti per le strade. Gli italiani secondo me hanno capito da che parte stare".

(Unioneonline/D)
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