Sul tema, ormai incandescente, delle fake news, interviene anche Andrea Stroppa, il 23enne esperto di cybersicurezza che ha "imbeccato" le inchieste di Buzzfeed e New York Times sui collegamenti tra Lega, M5S e le pagine social che diffondono bufale.

Lo fa con un post su Facebook per rispondere alle accuse lanciate sul blog di Beppe Grillo e smentire punto su punto i pentastellati, che vedevano la regia di Renzi dietro le recenti inchieste.

Stroppa comincia dicendo di non essere un dipendente di Marco Carrai: "Non faccio parte da molto tempo della società C6ys4 e non sono sotto contratto con Carrai". "Inoltre - continua - le due testate mi citano esplicitamente come fonte, nessun segreto quindi: il giornalismo anglosassone ha delle regole molto rigide e quando un ricercatore fornisce del materiale o fa delle segnalazioni, il giornalista è tenuto a verificare la veridicità delle notizie".

"Infatti - aggiunge - sia Buzzfeed che Nyt prima di pubblicare hanno svolto le loro indagini, analisi e verifiche indipendenti con degli esperti, e lo stesso Nyt lo ha scritto nel suo articolo".

Poi arriva al punto, partendo dalla Lega: "Il sito ufficiale del segretario della Lega ha gli stessi codici Analytics e Adsense di vari siti pro-M5S, e lo stesso Luca Morisi, responsabile digitale della Lega, lo ha ammesso al New York Times, parlando di errore tecnico".

Nessuna bufala dunque - almeno da parte di Stroppa - visto che a confermare la sua ricerca c'è persino il responsabile del digitale del partito di Salvini.

Poi continua, rivolgendosi ai suoi follower: "Notate bene, neanche M5S ha detto che il mio report è falso, ha detto solo che questi siti sono di attivisti indipendenti. Si tratta di siti che ogni giorno pubblicano decine contenuti, comprese immagini e video con grafiche. Un lavoro che coinvolge più specialità: chi gestisce il sito, chi crea i contenuti, chi elabora le grafiche, chi pubblica sui social, chi risponde a commenti e messaggi. Un bel lavoro per un attivista indipendente".

Da quando è uscita l'inchiesta sul Nyt, fa inoltre notare Stroppa, questi siti e pagine social non pubblicano più niente. E d'altronde nessuno - di quelli che in questi giorni hanno attaccato Stroppa - ha smentito la veridicità delle inchieste, tutti si sono affrettati a gettare fango su chi quelle inchieste le ha fatte.

Poi la risposta diretta a Beppe Grillo, che aveva parlato di "inchiesta imbeccata da un esperto non autonomo e con tessera di partito". "Caro Beppe, non ho nessuna tessera di partito e nel 2013 ho votato M5S".

(Redazione Online/L)
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