A ostacolare il calo dei contagi da coronavirus ci sono i casi delle infezioni intra-familiari, quelli che, in tempo di quarantena, si verificano sotto il tetto in cui è presente almeno un soggetto positivo.

Un fenomeno "esplosivo", secondo il virologo dell'Università di Padova Andrea Crisanti: "I dati segnalano che i contagi continuano ad aumentare e la fonte principale di contagio è a casa: stiamo cioè vedendo - spiega Crisanti - una sorta di 'effetto Diamond Princess'".

Sulla nave ferma in Giappone per giorni si è assistito a un massiccio propagarsi di contagi anche per l'ambiente circoscritto in cui erano confinate centinaia di persone.

Allo stesso modo il contagio intra-familiare nei nuclei con soggetti positivi è "molto alto", dice Crisanti.

La "probabilità che un soggetto si infetti se vive in casa con un positivo - afferma - è oltre 100 volte maggiore". Per questo, avverte, "vanno fatti test e tamponi in modo massiccio".

Più tamponi vanno fatti anche secondo il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri, mentre il presidente della Federazione degli Ordini dei medici Filippo Anelli considera una possibile soluzione utilizzare i test rapidi, quando saranno validati dall'Iss, prima del rientro al lavoro.

Quando il Paese sarà riaperto in modo graduale sono varie le fasce a rischio, dai positivi agli asintomatici.

I positivi con sintomi restano contagiosi per un tempo medio di 2-3 settimane dal momento del contagio. Solo dopo due test negativi e consecutivi a distanza di 24 ore, il soggetto è considerato guarito e non più contagioso.

Gli asintomatici rappresentano dei vettori perché la loro carica virale, afferma Crisanti, "è paragonabile, uguale o maggiore a quella dei sintomatici". Il tempo di contagiosità è invece incerto: secondo alcuni ricercatori potrebbe sempre essere di 2-3 settimane, ma da studi cinesi sembrerebbe che la dispersione del virus da parte degli asintomatici si verifichi per 4-5 giorni.

La metà dei positivi con sintomi lievi ha ancora il virus nell'organismo, e quindi è potenzialmente contagiosa, fino a 8 giorni dalla scomparsa dei sintomi. Emerge da uno studio sino-americano che avverte: "Se hai avuto lievi sintomi respiratori, estendi la quarantena per altre due settimane dalla scomparsa dei sintomi, per essere sicuro di non contagiare".

Non sono mancati i casi di recidivi, soggetti che una volta guariti si sono reinfettati. Al momento sono in corso studi sullo sviluppo dell'immunità al virus.

(Unioneonline/D)
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