Ha subito l’amputazione di braccia e gambe a seguito di una diagnosi (errata) di tumore e dopo un lungo calvario medico.

Anna Leonori, 46 anni, di Terni, da anni ha avviato una controversia legale con le varie strutture sanitarie che si occuparono del suo caso, l’ospedale Santa Maria di Terni, il Regina Elena di Roma e l’Ausl Romagna.

Tutto è iniziato nel 2014 con la diagnosi di un tumore maligno. Operata a Roma, le hanno asportato utero, ovaie, 40 linfonodi e la vescica, sostituita con una ortotopica. Solo successivamente l’esame istologico ha ribaltato le prime ipotesi, facendo emergere che non era affetta da un tumore. Ma era solo l’inizio dell’incubo, tra infezioni, febbre e una peritonite acuta generalizzata causata dalla perforazione della vescica. Che ha poi portato all’amputazione degli arti.

C'è un «percorso giudiziario ancora aperto», precisa l'Azienda ospedaliera della città umbra, una di quelle coinvolte, dicendosi «certa della correttezza dell'operato dei propri sanitari». L'Azienda «ritiene doveroso sottolineare che sarà il percorso giudiziario, ancora aperto, a definire eventuali responsabilità ascrivibili alle diverse strutture ospedaliere che hanno avuto in cura la signora».

Della vicenda si è occupata anche la campionessa Bebe Vio che ha aiutato Leonori nella scelta delle protesi, acquistate grazie alle raccolte fondi di associazioni di volontariato e di privati. Da un anno Leonori, racconta il Messaggero, le utilizza grazie ai consigli di Bebe Vio. «Imparerai a spostarti da un posto all'altro e nelle valigie avrai solo le protesi. Farai una vita che si avvicina il più possibile alla normalità», le disse l’atleta paralimpica. «So bene che non avrò più l'autonomia - afferma Leonori - ma mi hanno restituito un minimo di dignità nella vita di tutti i giorni».

«Non è un capriccio – ha detto ancora - la necessità di avere un risarcimento per quello che ho subito. Vivo ogni giorno con la preoccupazione che si possa rompere un pezzo, cosa che mi costringerebbe a tornare sulla sedia a rotelle».

(Unioneonline/D)

© Riproduzione riservata