Da mesi chiedeva giustizia per la morte della moglie, sino a quando non ha deciso di farsela da solo.

È una vendetta in piena regola il delitto accaduto ieri pomeriggio a Vasto (Chieti), dove Italo D'Elisa, 22 anni, è stato ucciso a colpi di pistola dall'uomo a cui aveva ucciso la moglie investendola a un semaforo.

Italo D'Elisa, in bicicletta, aveva raggiunto un bar di viale Perth quando 4 spari, esplosi da distanza ravvicinata, lo hanno centrato all'addome.

Fabio Di Lello e la moglie Roberta Smargiassi (foto da Facebook)
Fabio Di Lello e la moglie Roberta Smargiassi (foto da Facebook)
Fabio Di Lello e la moglie Roberta Smargiassi (foto da Facebook)

A premere il grilletto è stato Fabio Di Lello, calciatore molto conosciuto a Vasto, che dopo l'omicidio ha lasciato l'arma in una busta di plastica sulla tomba della moglie Roberta Smargiassi. Lo scorso primo luglio l'auto guidata da Italo D'Elisa aveva bucato il rosso e aveva travolto Roberta in sella al suo scooter uccidendola sul colpo. Lei aveva 34 anni.

Italo D'Elisa, ucciso dall'uomo a cui aveva investito e ucciso la moglie
Italo D'Elisa, ucciso dall'uomo a cui aveva investito e ucciso la moglie
Italo D'Elisa, ucciso dall'uomo a cui aveva investito e ucciso la moglie

Per mesi il marito aveva covato vendetta e oggi ha deciso di portare a termine il suo piano.

Prima di consegnarsi alle forze dell'ordine Di Lello avrebbe chiamato un amico dicendogli che aveva ucciso l'assassino di sua moglie, annunciandogli che si stava recando al cimitero per salutare la sua Roberta. Poi avrebbe chiamato il suo avvocato, Giovanni Cerella, indicandogli dove si trovava in quel momento.

I primi a giungere sulla tomba di Roberta Smargiassi sono stati i carabinieri che hanno rinvenuto però solo l'arma custodita in una busta di plastica trasparente.

L'immagine di copertina messa su Facebook da Fabio Di Lello
L'immagine di copertina messa su Facebook da Fabio Di Lello
L'immagine di copertina messa su Facebook da Fabio Di Lello

Sul proprio profilo Facebook da qualche mese Fabio Di Lello aveva postato la foto di Roberta con sotto la scritta "giustizia" e un'immagine particolarmente evocativa del film il Gladiatore: quella in cui Massimo percorre i Campi Elisi per ricongiungersi alla moglie e al figlio uccisi per vendetta dai suoi nemici.

L'AVVOCATO DELLA VITTIMA - L'avvocato Pompeo Del Re, che difendeva D'Elisa nel processo per l'incidente mortale, accusa: "C'è stata una campagna di odio da parte dei familiari di questa ragazza. Ora ne vediamo le conseguenze. Vedevamo manifesti dappertutto. Continui incitamenti anche su internet a fare giustizia, a fare giustizia. Alla fine c'è stato chi l'ha fatta. Si è fatto giustizia da sé. Tra l'altro dopo tempo, quindi una premeditazione".

E prosegue: "Il percorso della giustizia stava andando avanti. Italo D'Elisa sarebbe dovuto comparire nei prossimi giorni davanti al gup. C'era stata notificata la fissazione di udienza preliminare, nel corso della quale si sarebbe dovuto decidere se disporre o meno il rinvio a giudizio".
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