Nel 1992 ha ucciso il fratello e ne ha distrutto il cadavere bruciandolo in un altoforno.

Per quel delitto da anni Claudio Cominelli, 56enne, era latitante, irrintracciabile per la Procura di Brescia che aveva emesso per lui un ordine di carcerazione.

Ora dovrà scontare una pena a 21 anni di reclusione per il reato di omicidio e distruzione di cadavere.

L'OMICIDIO - Il delitto risale alla notte tra il 16 e il 17 dicembre 1992 quando, nel comune di Caionvico (Brescia), l'uomo - all'epoca 31enne - uccise il fratello Walter gettando il corpo all'interno di un altoforno, della fonderia di proprietà della stessa famiglia Cominelli.

Nel 2010 è stato condannato in via definitiva dalla Corte di Cassazione.

L'ARRESTO - Solo adesso è stato rintracciato, dopo lunghe indagini, in una casa di Brescia, dotata di un impianto di videosorveglianza.

Agli agenti di polizia che lo hanno arrestato ha anche tentato di dissimulare la sua identità presentando una falsa carta d'identità.

Con lui una donna, denunciata per favoreggiamento personale.

(Redazione Online/D)

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