Un sms all'amichetto italiano: "Aiutami, mi hanno detto che mi portavano dal medico e invece mi stanno portando in Bangladesh".

Dopo di ciò, il nulla. Dawud, bimbo di 12 anni di origini bengalesi nato e cresciuto nel Vicentino, è stato messo su un aereo dal papà e rispedito come un pacco in Bangladesh, con la mamma e i fratelli.

Amava leggere i libri d'avventura e giocare a scacchi, a scuola era diventato primo della classe. Lo hanno costretto a lasciare abitudini, passioni e amici.

LA STORIA - A raccontare la sua storia è il quotidiano "Repubblica". Bocciato in prima elementare perché non sapeva una parola d'italiano, è stato "adottato" da un suo vicino di casa. "Ha la stessa età di mio figlio, così ho voluto sapere di più su quel bambino che non sapeva l'italiano. Ho proposto ai genitori di mandarlo da me, lo avrei aiutato con i compiti, e ho conosciuto un ragazzino con tanta voglia di sapere, imparare, leggere", racconta l'uomo.

A casa di Bertola - questo il nome dell'uomo - il bimbo ha imparato benissimo l'italiano, ha letto Verne e Jack London, Anna Frank e Primo Levi. Lì ha iniziato a giocare a scacchi, ed è diventato un campione che non perdeva una partita nel circolo locale.

I risultati si sono visti anche a scuola: dopo la bocciatura, quando ha imparato bene la lingua, è diventato il primo della classe uscendo dalle elementari con il massimo dei voti.

Ma quando il padre si è reso conto della "deriva occidentale" del ragazzino, ha deciso di mandarlo nel suo Paese d'origine per "educarlo": "Me l'hanno rovinato - dice il papà - non lo riconoscevo più. Metteva persino in dubbio l'esistenza di Allah, così ho salvato lui e i suoi fratelli".

Lo ha salvato fingendo di accompagnarlo dal medico e mettendolo, assieme alla moglie e agli altri figli, su un aereo per il Bangladesh.

Così di Dawud non resta che un messaggio a coloro che gli hanno voluto bene: "Aiutami, mi stanno portando in Bangladesh".

(Unioneonline/L)
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