“Sono pronto a morire per fare conoscere al mondo cos'è veramente il 41 bis". Lo scrive Alfredo Cospito in una lettera che in queste ore, superata la censura, è stata resa nota dal suo avvocato, Flavio Rossi Albertini, annunciando il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo.

La missiva è stata redatta in carcere dal suo assistito, prima del trasferimento dall’istituto di Bancali, a Sassari, a quello di Opera.

"Il più grande insulto per un anarchico - scrive il 55enne nei confronti del quale è stato disposto il carcere duro per quattro anni - è quello di essere accusato di dare o ricevere ordini. Quando ero al regime di alta sorveglianza avevo comunque la censura e non ho mai spedito pizzini ma articoli per riviste anarchiche, mi era permesso di leggere quello che volevo, di evolvere. Settecentocinquanta persone lo subiscono senza fiatare". Nello scritto l'ideologo del Fai si dice "convinto" che la sua "morte porrà un intoppo a questo regime e che i 750 che subiscono da decenni il 41 bis possano vivere una vita degna di essere vissuta, qualunque cosa abbiano fatto" per poi concludere: "Amo la vita, sono un uomo felice non vorrei scambiare la mia vita con quella di un altro. È proprio perché la amo non posso accettare questa non vita senza speranza".

Le condizioni di salute del detenuto restano "stazionarie". Dall'inizio dello sciopero della fame, il 20 ottobre scorso, ha perso 50 chili. «Il suo fisico è estremamente provato – ha aggiunto il difensore davanti ai giornalisti in Senato e alla presenza del professore Luigi Manconi e alcuni parlamentari tra cui Ilaria Cucchi -, ma è tenace, è determinato ad andare avanti e infatti ha deciso di sospendere integratori potassio e zucchero. Il morale è fiero ed è convinto che possa vincere questa battaglia che è per la vita: non ha aspirazioni di suicidio».

«Faremo ricorso alla Cedu, riteniamo che esistono diversi profili da portare a Strasburgo. Stiamo analizzando la possibilità di richiedere un provvedimento di urgenza», ha spiegato l’avvocato. L'istanza potrebbe essere presentata la prossima settimana. «Stiamo studiando le pronunce della Corte su questo tema, faremo le nostre valutazioni ma il percorso è tracciato visto che dopo il no della Cassazione le strade in Italia sono finite», ha concluso Rossi Albertini.

(Unioneonline/s.s.)

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